Energia – Bellanova, approccio Ue rigido su approvvigionamenti gas
La viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova illustra alla Camera l'alternativa italiana alla proposta Ue sulla sicurezza delle forniture di gas.
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“L'approccio adottato dalla Commissione è troppo rigido e difficilmente applicabile”, dichiara la viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova nel corso dell'audizione in Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati sul regolamento Ue per la sicurezza degli approvvigionamenti del gas contenuto nel pacchetto Ue in materia di sicurezza e sostenibilità energetica.
Presentato dalla Commissione a febbraio, il pacchetto - articolato in approvvigionamento di gas, accordi intergovernativi nel settore energetico, GNL e stoccaggio, riscaldamento e raffreddamento - intende dotare l'Ue degli strumenti necessari per affrontare la transizione energetica globale e fronteggiare possibili crisi energetiche.
La proposte Ue e la controproposta italiana
Il regolamento proposto dalla Commissione europea per la sicurezza degli approvvigionamenti del gas individua un coordinamento più stretto a livello regionale, con principi e standard fissati a livello Ue, nonché la predisposizione di un risk assessment e di piani di prevenzione e di emergenza regionali, tutti da sottoporre alla revisione ed approvazione della Commissione stessa. Si propone inoltre, di rafforzare gli standard di fornitura nei confronti dei clienti protetti (in particolare quelli domestici) e di introdurre misure aggiuntive di trasparenza sui contratti di fornitura di gas nel caso in cui tali contratti possano influire sull’approvvigionamento dell’Ue.
“Durante il negoziato i paesi baltici hanno dato supporto di massima alla proposta della Commissione”, nota la viceministro, mentre un gruppo di stati membri (Italia, Austria, Francia, Belgio e Germania) ha avanzato una controproposta al regolamento.
Nel mirino dei 5 Stati c'è il sistema dei gruppi di assistenza reciproca di Paesi Ue in caso di crisi del gas. In base a tale sistema, in caso di grave crisi negli approvvigionamenti, gli Stati membri dovrebbero contribuire a garantire ai Paesi confinanti le forniture di gas per famiglie e servizi sociali essenziali, quali i servizi di assistenza sanitaria e di sicurezza. In pratica, se uno Stato membro deve fronteggiare una crisi del gas, tale meccanismo prevede un taglio della domanda di gas nei Paesi confinanti, in modo da assicurare una fornitura al vicino in crisi.
Il nodo della controproposta sta nel non diminuire la domanda, ma nell'aumentare l'offerta: per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas in Europa non basta puntare su una riduzione della domanda con la creazione di un coordinamento regionale rafforzato, come prevede la proposta di regolamento della Commissione europea, ma occorre anche pensare all'incremento dell'offerta attraverso una serie di misure precise.
“La presidenza olandese ha chiesto a questi Paesi di redigere una proposta di regolamento. Anche la Commissione nell'ultimo periodo si è confrontata con gli Stati membri dimostrando una buona predisposizione al dialogo”, spiega Bellanova. Inoltre, “si sono tenuti diversi incontri a Bruxelles tra parlamentari europei e Paesi firmatari”. In particolare Bellanova segnala l'incontro tra europarlamentari di area popolare e liberale: il relatore Jerzy Buzek (PPE) ha proposto ulteriori modifiche alla proposta della Commissione, trovando punti di convergenza con la controproposta avanzata dai 5 Paesi: fra questi, “l'introduzione del concetto di corridoio di approvvigionamento di emergenza, l'esplicita citazione delle implicazioni che una crisi del sistema gas può avere sul sistema elettrico, la necessità di indicare in modo più dettagliato come dovrebbero attuarsi i meccanismi di solidarietà, indicati come misura di ultima istanza”.
Ma ci sono anche divergenze rispetto alla proposta di regolamento pensata dall'eurodeputato, che riguardano in particolare “la definizione delle Regioni su base geografica rigida, che di certo non è il modo più efficace per affrontare situazione impreviste di crisi, nonché la ridotta flessibilità che ogni Stato membro può esercitare nella definizione di clienti protetti, sia in caso di crisi nazionale che in caso di richiesta di solidarietà”, nota la viceministro.
Le proposte italiane
Secondo Bellanova è “essenziale stabilire una struttura regionale che sia efficace ed efficiente: la proposta della Commissione prevede ambiti regionali su base geografica rigida che non consideriamo utili allo scopo. Ad esempio l'Italia non risulterebbe connessa con Germania e Francia in quanto il gasdotto che attraversa la Svizzera non sarebbe considerato esistente. Proponiamo in alternativa di redigere scenari di rischio e piani nazionali di emergenza legati a possibili eventi negativi a carico di una specifica infrastruttura: ad esempio, in caso di interruzione del gas russo attraverso l'Ucraina, analizzare come varierebbero i flussi fisici del gas nelle reti europee a valle e quali misure di emergenza potrebbero essere adottate per ridurne l'impatto”.
In questo modo, prosegue, “verrebbero stabilite le misure regionali da inserire poi nei piani nazionali di emergenza dei Paesi coinvolti a catena dall'evento o dalle contromisure adottate. L'inclusione nei piani nazionali delle misure regionali ne garantirebbe l'obbligatorietà. Per fare questo sarà essenziale la collaborazione con i gestori di rete nazionali e con la loro associazione a livello europeo, demandando a loro il compito di individuare, su ciascuna infrastruttura, i rischi possibili e le misure per farvi fronte”.
Inoltre, mentre la proposta di regolamento Ue prevede sostanzialmente misure di taglio della domanda negli Stati membri tenuti ad attuare misure di solidarietà verso altri Stati membri in emergenza, “l’Italia suggerisce invece di attivare prioritariamente misure di incremento dell’offerta quali ad esempio: l’istituzione ex ante di fornitori di ultima istanza che intervengano in caso di emergenza; l’utilizzo condiviso degli stoccaggi di mercato e di quelli strategici (l’Italia potrebbe mettere a disposizione di altri Stati membri il proprio stoccaggio strategico); l’uso coordinato a livello regionale delle capacità dei terminali di rigassificazione di GNL oggi sottoutilizzati”.
“Solo qualora queste misure non diano gli effetti desiderati si potrebbe ricorrere al taglio della domanda”, dichiara.
Le altre controproposte riguardano l’equilibrio di ruoli e responsabilità, la trasparenza e lo scambio di informazioni. Su quest’ultimo punto, conclude Bellanova, “l’equilibrio tra trasparenza e confidenzialità dei dati si individua innanzitutto definendo con chiarezza le informazioni indispensabili per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, evitando appesantimenti amministrativi per le imprese e la duplicazione delle informazioni. Mentre per quanto riguarda ruoli e responsabilità, l’equilibrio in vigore è considerato adeguato e non si vede la necessità di modificarlo”.
Photo credit: Malte Sörensen via Scandinavian / CC BY