E-Commerce - UE, come superare barriere e protezionismo?
Per sfruttare le opportunità dell'e-commerce l'Ue punta su mercato unico digitale e contrasto al protezionismo sui flussi di dati.
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In un contesto in cui il digitale sta trasformando ogni settore dell'economia e ogni segmento della società e in cui l'Europa rimane il maggiore esportatore di servizi digitali al mondo, l'Ue deve impegnarsi per sfruttare appieno i vantaggi e le opportunità offerte da questo comparto. La commissaria al Commercio Cecilia Malmstroem ha aperto così il suo speech al Parlamento europeo con cui ha illustrato le priorità di Bruxelles in ambito di e-commerce.
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Ostacoli a commercio digitale dentro e fuori Ue
E' prioritario, ha detto la commissaria Malmstroem, affrontare le non poche barriere che ancora impediscono il completo utilizzo dei benefici di internet, sia all'interno e all'esterno dell'Unione.
Se, a livello Ue, manca ancora un vero e proprio mercato unico digitale che garantisca sicurezza e protezione su questioni chiave, come quelle su costi di spedizione e copyright, al di fuori delle frontiere europee Bruxelles incoraggia una "politica commerciale moderna, efficace e appropriata all'era digitale", sia in sede di negoziati bilaterali e multilaterali che presso l'Organizzazione mondiale del commercio.
In tal senso, secondo l'Esecutivo Ue l'OMC dovrebbe lavorare prioritariamente su quattro questioni fondamentali:
- il quadro normativo in settori come lo spam, la protezione dei consumatori e i pagamenti elettronici;
- la liberalizzazione del commercio e dei mercati, con un trattamento non discriminatorio e l'accesso al mercato dei servizi online;
- la facilitazione degli scambi e l'assistenza tecnica per i Paesi in via di sviluppo su aspetti come la firma digitale e l'e-procurement;
- l'aumento della trasparenza, con la pubblicazione di misure che abbiano impatto sul commercio elettronico e sulle telecomunicazioni.
Di fronte ai molti vantaggi offerti dal digitale Bruxelles riconosce anche l'esistenza di aspetti negativi. La tecnologia, ha detto la responsabile Ue per gli scambi commerciali, produce rapidi cambiamenti economici, con conseguenti "impatti sociali, a volte negativi". In un certo grado si tratta di "cambiamenti economici inevitabili, ma non per questo da ignorare". Secondo la Commissione è, in tal senso, responsabilità dei governi aiutare le persone ad adattarsi a queste trasformazioni, investendo nelle riforme, nell'istruzione e nelle infrastrutture.
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Lotta a protezionismo su flussi di dati
Un ruolo centrale nell'era digitale, ha ricordato la Malmstroem, lo hanno i dati, che oggi "aiutano i rivenditori a soddisfare al meglio le esigenze dei clienti, i produttori a migliorare i propri prodotti e gli scienziati a fare nuove scoperte". La libera circolazione dei dati ha molto da offrire, secondo Bruxelles, alle imprese, ai consumatori e all'economia Ue.
Fermo restando l'impegno a proteggere in una certa misura i dati, soprattutto i dati personali, che, ha sottolineato la commissaria, non possono essere assimilati a mera "risorsa pubblica da sfruttare senza limiti", non è possibile ignorare l'importanza dei dati in un'era, quella del digitale, che sta trasformando l'economia e il commercio.
In tal senso, la Commissione europea ritiene che le restrizioni sui flussi di dati transfrontalieri inibiscano il commercio di tutti i tipi, sia digitale che non digitale, sia di prodotti che di servizi. Alcune di queste restrizioni sono "puramente protezionistiche", ha detto la Malmstroem. Quelle, ad esempio, che richiedono i dati per essere localizzati in un luogo specifico o che impongono limiti sul trasferimento dei dati spesso non hanno alcuna giustificazione, se non quella di "inibire l'accesso al mercato da parte delle imprese estere". Il che, ha aggiunto la commissaria al Commercio, vuol dire che "alcuni partner commerciali dell'Ue non competono ad armi pari".
Assicurare che i dati possano fluire liberamente - senza tuttavia mettere in discussione la loro protezione - è, ha affermato Cecilia Malmstroem, "di vitale importanza, non solo per i diritti fondamentali, ma per la fiducia nel sistema che è alla base della crescita del commercio". Questa, ha concluso, resta la posizione della Commissione europea.
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