Dumping - dazi UE su prodotti acciaio da Cina e Taiwan
L'indagine di Bruxelles dimostra che prodotti siderurgici esportati sottoprezzo da Taiwan e Cina hanno causato danno all'UE.
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La Commissione europea ha deciso di imporre misure antidumping definitive per due specifici prodotti siderurgici originari della Cina e di Taiwan.
Acciaio: nuove misure dumping su prodotti da Paesi terzi
L'inchiesta dell'Esecutivo UE ha confermato che tali componenti - nello specifico, tubi in acciaio inossidabile e raccordi per la saldatura testa a testa - sono stati venduti in Europa a prezzi non in linea con quelli di mercato, provocando concorrenza sleale.
I prodotti oggetto delle sanzioni, spiega la Commissione in una nota stampa, servono ad unire tubi di acciaio inossidabile e sono comunemente utilizzati in vari settori industriali, quali il petrolchimico, l'alimentare, la cantieristica navale, la produzione energetica e l'edilizia.
Le esportazioni cinesi di questi prodotti verso l'UE saranno ora tassate con dazi antidumping che oscillano tra il 30,7% e il 64,9%. Le spedizioni taiwanesi, invece, si troveranno ad affrontare oneri tra il 5,1% e il 12,1%.
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Contesto: la proposta di riforma dei TDI e il Forum globale sull'acciaio
L'Unione europea, ricorda Bruxelles, ha attualmente un numero record di misure di difesa commerciale in atto sulle importazioni sleali di prodotti siderurgici, per un totale di 39 misure antidumping e antisovvenzioni, 17 delle quali su prodotti provenienti dalla Cina.
La Commissione, si legge nel comunicato, sta usando tutti gli strumenti di difesa commerciale (Trade Defence Instruments, TDI) a propria disposizione in base alla normativa UE e "nella misura massima consentita".
Nel frattempo, però, Bruxelles sta lavorando su due fronti paralleli in materia. Da un lato, spinge per il via libera di Stati membri e Parlamento europeo sulla propria proposta del 2013 di adeguare, per la prima volta dal 1995, i TDI comunitari al mutato scenario del commercio internazionale. Dall'altro lato, l'UE sta partecipando attivamente al Global Forum on Steel Excess Capacity, la prima piattaforma globale per contrastare alla radice le cause dell'eccesso di capacità del settore siderurgico, lanciata lo scorso dicembre a Berlino.