Auto elettriche – UE non vuole restare indietro, ma non sara’ semplice
Bruxelles lancia l'Alleanza UE per le batterie per superare la situazione di svantaggio nel settore storage per l'auto elettrica.
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Già arretrata rispetto a Cina e Stati Uniti, l’Europa ha deciso di premere sull’acceleratore sul fronte dell’auto elettrica, e in particolare in un settore strategico come lo storage.
Per questo il commissario UE dell’Unione dell’energia Maros Sefcovic ha convocato i big dell’automotive, dello storage e del settore chimico a un tavolo tecnico l'11 ottobre. E al termine dell'incontro ha annunciato la nascita di un'Alleanza UE per le batterie.
Evitare l'effetto Kodak e dare vita a un Airbus per le batterie
"La mancanza di una base produttiva domestica europea mette a rischio la posizione dei consumatori industriali", per questo "dobbiamo agire in fretta e collettivamente per superare questo svantaggio competitivo", intervenendo su tutte le fasi della catena dai materiali al sistema di integrazione e riciclo, ha dichiarato Sefcovic al termine dell'incontro.
E "dato il livello e l'urgenza dell'investimento necessario" allora "serve un approccio europeo", con una "stretta partnership" tra l'industria, la Commissione, la BEI e gli stati membri interessati. Sul piatto ci sarebbero fino a 2,2 miliardi di euro di finanziamenti.
Il punto è "evitare un effetto Kodak" nota Sefcovic. Per farlo, la Commissione punta sulla creazione di un'Alleanza europea del settore, "un Airbus per le batterie" facendo un paragone con l’iniziativa che, grazie al sostegno pubblico, nel 1967 consentì di realizzare il noto aeroplano in grado di competere con i velivoli made in USA.
Una roadmap cui si arriverà tramite una serie di gruppi di lavoro sui diversi aspetti, annuncia Sefcovic, che verrà presentata al Clean Energy Industrial Forum in programma a febbraio 2018 nell'ambito degli Industry Days.
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Litio: il nuovo petrolio...
Il più leggero dei metalli è anche la pietra angolare dell’auto elettrica, l’elemento chimico necessario per costruirne le batterie.
"Per produrre mezzo milione di auto elettriche dovremo in pratica assorbire l’intera produzione mondiale di batterie a ioni di litio", ha dichiarato il ceo di Tesla Elon Musk.
A rendere ancor meglio l’idea di quanto la domanda di litio andrà aumentando nei prossimi anni, basti pensare al caso Cina: il Paese intende infatti avere oltre 5 milioni di veicoli elettrici in circolazione nei prossimi 5 anni.
Secondo Goldman Sachs, la domanda di litio potrebbe triplicare nel giro di dieci anni, raggiungendo le 570mila tonnellate all’anno.
...ma l’Europa non ha stabilimenti per produrre batterie
La volontà europea di non restare indietro nella corsa al litio è forse tardiva: al contrario di Cina e Stati Uniti, infatti, il Vecchio Continente non ha in funzione stabilimenti per i sistemi di accumulo agli ioni di litio.
A costruire la più grande e innovativa fabbrica di batterie agli ioni di litio in Europa sarà Northvolt: la fabbrica avrà sede in Svezia ma sarà operativa solo dal 2020.
Comunque in ritardo rispetto a Tesla, che nel corso del prossimo anno completerà la fabbrica del settore più grande del mondo in Nevada (avrà una capacità produttiva di 35 GWh l’anno).
I dubbi di Marchionne: l’auto elettrica è un’arma a doppio taglio
Non tutti plaudono alla rivoluzione elettrica nel settore automotive. A Rovereto, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in ingegneria meccatronica, il numero uno del gruppo FCA Sergio Marchionne ha dichiarato: "Le auto elettriche possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissioni nei centri urbani, ma si tratta di un’arma a doppio taglio".
Questo non significa che FCA - così come Volkswagen, Daimler, Volvo e General Motors – non intenda buttarsi nel mercato dell’auto elettrica. Ma, secondo Marchionne, "va fatto con lungimiranza e realismo".
In FCA "stiamo lavorando su tutte le diverse forme di auto elettrica: dagli ibridi leggeri a 48 volt, agli ibridi tradizionali, ai plug in, ai sistemi totalmente elettrici". Ma l’elettrico, ha fatto notare in quell'occasione Marchionne, ha molti limiti, anche ambientali: "Le emissioni di un’auto elettrica, quando l’energia è prodotta da combustibili fossili, nella migliore delle ipotesi sono equivalenti a un’auto a benzina", visto che a livello mondiale "due terzi dell’energia elettrica deriva da fonti fossili".