Strategia energetica nazionale – Calenda, il varo entro fine ottobre
Dopo il passaggio in Parlamento, “per fine ottobre promulgheremo” la Strategia energetica nazionale 2017, fa sapere Calenda.
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A meno di un mese dalla chiusura della consultazione pubblica sulla Strategia energetica nazionale (SEN) 2017, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda fa sapere che il testo sta ora affrontando “un passaggio in Parlamento.”
“La prossima settimana sarà alle commissioni riunite Attività produttive e Ambiente della Camera” e “per fine ottobre la promulgheremo con il ministro dell’Ambiente Galletti”.
L’annuncio avviene a margine della presentazione della relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico.
Incentivi rinnovabili a 13,6 miliardi
Per l’anno 2016 si stima che, a consuntivo, i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili siano stati pari a circa 13,6 miliardi di euro (12,5 nel 2015). A rivelarlo è la Relazione annuale dell’Autorità per l’energia presentata alla Camera dal presidente Guido Bortoni.
Le fonti rinnovabili hanno assicurato il 37% della produzione totale con poco meno di 108 Terawattora (il 39% nel 2015 e il 43% nel 2014). Se nel complesso, la produzione da rinnovabili è diminuita, al suo interno però è stata significativa la crescita dell’eolico (+19%), mentre risultano in discesa rispetto al 2015 sia l’idroelettrico (-7,2%) sia il fotovoltaico (-3,7%).
Aumenta la domanda di petrolio e gas
“I consumi di petrolio hanno raggiunto un nuovo record storico nel 2016, a 96,6 milioni di barili al giorno”. Nonostante i tentativi di diversificazione a favore delle rinnovabili, un nuovo picco verrà raggiunto nel 2017 (secondo le stime, 97,9 milioni di b/g). Anche nei Paesi Ocse, dove sono diffuse nuove tecnologie e l'efficienza energetica è maggiore, la domanda cresce, seppur lentamente.
In Europa, dopo anni di ristagno, si registra un incremento di 0,4 milioni di b/g che, nel 2016, ha portato i consumi a 14,1 milioni di b/g.
Per quanto riguarda il gas naturale, nel 2016 la domanda mondiale ha registrato un aumento dell'1,6%, trainata dalla crescita dei consumi in Cina, India, Europa e Medio Oriente.
I consumi dell'Unione europea, in particolare, sono risultati in aumento per il secondo anno consecutivo: dopo il +4,4% registrato nel 2015, la ripresa della domanda degli impianti termoelettrici e le rigide temperature dell'ultima parte dell'anno hanno portato la domanda di gas europea a 466 miliardi di m3, il 7,3% in più rispetto al 2015, soprattutto per la maggiore produzione termoelettrica.
Tra i Paesi dell'Unione, quelli che hanno fatto registrare gli incrementi più rilevanti sono stati Grecia (+29%), Estonia (+25%), Lettonia (+17%), Irlanda (+16%) e Regno Unito (+13%). Italia e Germania hanno visto i propri consumi aumentare, rispettivamente, del +5% e del +9,6%.
Elettricità e gas: oltre un terzo delle famiglie nel mercato libero
Nel settore dell’elettricità il 2016 “è stato caratterizzato da un intenso movimento di clienti che hanno cambiato fornitore. Complessivamente, oltre 3,7 milioni di clienti (184 mila in più del 2015), il 10,1% del totale, hanno cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2016. In termini di volumi corrispondono a quasi il 24% dell’energia distribuita”.
Nel 2016 ha cambiato fornitore l’8,7% delle famiglie, pari a oltre 2,5 milioni di clienti domestici, corrispondenti a una quota di energia del 10,2%. Il 65,6% dei clienti domestici dunque si trova nel mercato tutelato dell’energia, mentre il 34,4% ha scelto il mercato libero.
Questa quota è destinata ad aumentare a partire dal 1° luglio 2019, quando - come previsto dalla Legge sulla Concorrenza - si avrà una liberalizzazione delle tariffe di luce e gas e cesserà di esistere il regime di maggior tutela.
L’andamento della bolletta dice che nel 2016 “i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani si confermano inferiori ai prezzi nell’srea euro per le prime due classi di consumo, sia al netto sia al lordo delle imposte e degli oneri. Rispetto però agli anni scorsi, quando il differenziale negativo tra i prezzi di queste classi tendeva a crescere di anno in anno, nel 2016 questo appare per la prima volta in calo, attestandosi, rispettivamente, sul –15% e sul –9% in termini di prezzo finale”.
I prezzi per le altre classi di consumo domestico sono invece superiori a quelli medi dell’area euro, con differenziali positivi in flessione: l’ultima classe di consumo è passata da prezzi al lordo superiori in Italia del +60% nel 2015 al +35% del 2016. “Occorre rilevare però che il 74% dei clienti italiani si colloca nelle prime due classi di consumo (cioè ha consumi inferiori a 2.500 kWh/anno) e consuma circa il 52% dell’energia elettrica venduta in Italia al settore domestico. La grande maggioranza dei clienti domestici italiani, quindi, nel 2016 ha continuato a pagare prezzi inferiori a quelli medi dei clienti finali dell’Area euro”.
Nel settore gas, poco meno del 38% dei clienti domestici si posiziona nel mercato libero. A cambiare fornitore durante l’anno è stato il 6,1% dei clienti domestici. La quota complessiva nel mercato libero è dunque pari al 37,8%. I prezzi sono alti e su questo pesa soprattutto la componente del fisco.
“Anche nel 2016 i prezzi del gas comprensivi di imposte per i consumatori domestici italiani risultano sensibilmente più alti della media dei prezzi dell’area euro, a eccezione della prima classe di consumo (sotto i 525 metri cubi, perlopiù usi per cottura e acqua calda). Al netto delle imposte, le differenze sono decisamente inferiori”, sostiene l’Autorità.
Nel settore acqua, sulla base di un campione di 102 gestori che servono circa 38 milioni di abitanti, l’Autorità stima nel 2016 una spesa media per il servizio idrico integrato per un’utenza tipo (una famiglia di 3 persone con consumo annuo di 150 metri cubi) che a livello nazionale si attesta a 291 euro/anno, circa 1,94 euro per metro cubo consumato, con un valore più contenuto al Nord-Ovest, 239 euro/anno, e più elevato nel Centro, 344 euro/anno.
Considerando le diverse voci che compongono il corrispettivo pagato dagli utenti domestici per consumi annui di 150 mc, il 39% della bolletta idrica è imputabile al servizio di acquedotto (115 euro/anno), mentre la spesa media nazionale per i servizi di fognatura e depurazione ammonta rispettivamente a 38 euro/anno e a 85 euro/anno, facendo registrare i valori più contenuti nel Sud e nelle Isole.
> Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico
Photo credit: Anton Fomkin