Riso: ecco perche' l'UE deve difendersi dalla concorrenza asiatica
L’Italia torna a chiedere l’introduzione di una clausola di salvaguardia che difenda il settore risicolo dalle importazioni sotto prezzo dei Paesi EBA.
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E’ stato inviato a Bruxelles dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF) e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) un dossier per richiedere l’attivazione della clausola di salvaguardia a tutela del settore del riso dalle importazioni a dazio zero dai Paesi asiatici EBA, in particolare dalla Cambogia.
L’acronimo EBA, lo ricordiamo, sta per Everything But Arm, ovvero il regime che garantisce al Paese cui si applica l'accesso in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni.
Il riso in UE: la crisi degli ultimi anni
Nel corso degli ultimi cinque anni, scrive il MiSE, il consumo di riso nell’Unione europea è aumentato del 5%, a fronte di un'impennata delle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia del 171%.
Nello stesso periodo, le vendite di riso Indica - la tipologia con chicchi stretti e allungati - coltivato in UE sono calate del 37%, da 676.900 a 427.904 tonnellate. Il che ha prodotto una contrazione del 18% delle quote di mercato detenute dagli operatori UE con prodotto comunitario dal 46% al 28%.
Inoltre, spiega ancora il Ministero, la superficie destinata a riso Indica nell’UE è diminuita del 40%, da 158mila a 92mila ettari, così come è calata del 39% la produzione di risone (ovvero il riso greggio, di colore marrone chiaro e ricoperto da un guscio duro e ruvido).
Parallelamente, continua la nota del MiSE, c’è da notare che i prezzi del riso Indica importato dalla Cambogia sono “ben al di sotto del prezzo, circa il 30% in meno, praticabile dagli operatori comunitari”. Di conseguenza, i risicoltori UE hanno ridotto la superficie destinata a questa tipologia ed aumentato quella di riso Japonica (la tipologia coltivata in Italia, con chicchi tondeggianti o appena affusolati), creando un eccesso di offerta, che ha determinato ripercussioni a livello di prezzo anche in questo comparto.
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MiPAAF e MiSE: Bruxelles attivi clausola salvaguardia
In tale contesto, MiPAAF e MiSE hanno fatto sapere di aver inviato alla Commissione europea un dossier integrato in cui si richiede l’attivazione della clausola di salvaguardia a tutela del settore risicolo dalle importazioni a dazio zero dai Paesi asiatici EBA.
Il dossier riporta una "approfondita relazione commissionata dall’Ente risi ad un affermato studio legale internazionale", dal quale - si legge nel comunicato interministeriale - si evidenzia che:
- il prodotto danneggiato dalle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia è il riso Indica lavorato derivante dalla coltivazione nell’Unione europea,
- il soggetto da investigare per la procedura di attivazione della clausola è l’industria di trasformazione - e di conseguenza anche il produttore - che ha visto ridursi drasticamente il collocamento di riso Indica nell’UE,
- Tra la campagna 2011-2012 e quella 2016-2017 l’Italia ha conosciuto “un mancato collocamento di riso lavorato Indica nell’UE di circa 67.000 tonnellate”.
Alla luce di ciò, i ministri hanno, dunque, richiesto l’attivazione di quella clausola che autorizza l’adozione di un regime tariffario più oneroso o limitazioni quantitative nei confronti dei prodotti di altri Paesi la cui importazione ha effetti negativi sulla produzione interna di merci similari.
Il regime particolarmente favorevole praticato dall’Unione europea nei confronti dei Paesi meno avanzati, che prevede la possibilità di esportare in UE quantitativi illimitati di riso a dazio zero, ha provocato, scrivono i ministri Carlo Calenda e Maurizio Martina in una lettera allegata al dossier, una crisi dei prezzi che "mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell’intera filiera risicola europea".
L’abbandono della risicoltura, proseguono, provocherebbe "ripercussioni gravissime non solo sotto il profilo della tenuta socio-economica di molti distretti rurali, ma anche dal punto di vista ambientale, tenuto conto del valore degli ecosistemi che caratterizzano le aree di produzione".
Già a luglio scorso, lo ricordiamo, l’Italia si era unita ad altri sette Paesi UE - Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania - per chiedere alla Commissione di attivare la clausola di salvaguardia per il riso europeo.