Rinnovabili – grandi aziende, direttiva UE elimini barriere ai PPA
RE-Source Platform chiede di eliminare le barriere normative che frenano i contratti di medio-lungo termine di compravendita dell’energia.
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In vista del Consiglio Energia del 18 e 19 dicembre, Re-Source Platform, coalizione di grandi aziende che producono e consumano energia, chiede che la nuova direttiva sulle fonti rinnovabili elimini le barriere normative allo sviluppo dei PPA e indichi un target di almeno il 35% al 2030.
PPA: cosa sono e che ruolo hanno nella Strategia energetica nazionale
Acronimo di “Power Purchase Agreement”, i PPA sono contratti di fornitura energetica di medio-lungo periodo in cui il prezzo dell’energia, insieme ad altre variabili, viene predefinito e legato, ad esempio, all’inflazione.
“Sebbene oggi ancora poco utilizzato (almeno per periodi di adeguata durata)”, lo strumento dei PPA “acquisterà importanza crescente con il calo dei costi delle tecnologie e dovrà sostituire i contratti per differenza con la controparte pubblica a partire dal 2020”, si legge nella Strategia energetica nazionale.
La SEN punta infatti a centrare l’obiettivo del 28% di rinnovabili su tutti i consumi al 2030. E fra gli strumenti per centrare tale target figurano, appunto, i contratti di lungo termine fra produttori e consumatori.
Nello specifico, la SEN prevede che vengano “regolate e testate le condizioni che consentano la stipula, da parte di un investitore interessato a sviluppare un impianto a fonti rinnovabili, di contratti Power Purchase Agreement (PPA) con soggetti interessati ad acquistare l’energia che l’impianto produrrà su un intervallo temporale sufficientemente lungo. Sulla base di un contratto di tale tipologia, stipulato con una controparte affidabile, il progetto di investimento diventerà bancabile e l’impianto potrà quindi essere realizzato. Si tratta di strumenti che al momento il mercato non offre, per i rischi tipici che comporta legati principalmente all’andamento dei prezzi dell’energia sul lungo termine e per i requisiti che richiede in particolare (ma non solo) all’acquirente. Lo sviluppo di aggregatori della domanda è uno dei fattori che potrebbe incidere sulla diffusione di tali contratti di lungo termine. Saranno, inoltre, previsti interventi volti a chiarire il quadro regolatorio in materia; saranno predisposte linee guida e contratti standard per creare processi semplici che consentano di coinvolgere anche le imprese più piccole”.
Re-Source Platform: diffondere i PPA a livello europeo
Enel, Iberdrola, Google, Amazon, Microsoft, Ikea e Siemens-Gamesa sono alcune delle grandi aziende che hanno sottoscritto l’appello lanciato da RE-Source Platform, la piattaforma lanciata alla fine di ottobre proprio con l’intento di diffondere tali contratti a livello europeo.
In una dichiarazione congiunta rivolta al Consiglio Energia, in programma il 18 e 19 dicembre, le aziende chiedono da un lato l’aumento, dal 27 al 35%, del target UE al 2030 per le rinnovabili, e l’eliminazione delle barriere normative ancora presenti in molti Paesi europei che frenano il diffondersi dei PPA.
“I corporate Ppa per le rinnovabili possono giocare un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell’Europa”, si legge nella dichiarazione, ma “per sfruttare appieno il potenziale di questo strumento serve un orizzonte di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili più ambizioso e una modifica delle attuali normative di molti membri UE che ostacolano il decollo dei PPA”.
Photo credit: Bureau of Land Management