Acciaio - UE rinnova dazi antidumping su tubi dalla Cina
Dopo una nuova indagine, Bruxelles prolunga le misure antidumping già in vigore dal 2011 sull'importazione di tubi d'acciaio che arrivano in Europa dalla Cina a prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato, con gravi danni all'industria UE.
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La Commissione europea ha prolungato per altri cinque anni le misure antidumping in vigore sulle importazioni di tubi senza saldatura e di tubi di acciaio inossidabile provenienti dalla Repubblica popolare cinese.
I dazi, che vanno dal 48,3% al 71,9%, sono stati imposti inizialmente nel 2011 al fine di garantire condizioni di parità e nuovo margine d'azione per i produttori UE di prodotti analoghi.
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Dall'inchiesta di riesame, avviata a dicembre 2016, è emrso che Pechino ha continuato ad esercitare il dumping sugli stessi prodotti e che, in assenza di misure di salvaguardia, enormi quantità di export cinese arriverebbero sul mercato UE con disastrose conseguenze per l'economia e l'industria europea.
Si tratta solo dell'ultima di una lunga serie di misure che la Commissione europea ha attivato in questi anni per proteggere il comparto siderurgico UE dalla concorrenza sleale cinese. Il comparto dell'acciaio, lo ricordiamo, è fondamentale per l'economia dell'Unione e occupa una posizione centrale nelle catene del valore globali, fornendo posti di lavoro a centinaia di migliaia di cittadini europei.
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Nel 2016, la sovrapproduzione di acciaio ha raggiunto, a livello globale, il dato record di 737 milioni di tonnellate. Il che ha spinto i prezzi dell'acciaio a livelli insostenibili e ha avuto un impatto negativo sull'intero comparto, oltre che sulle industrie e sui posti di lavoro ad esso correlati.
Per difendere l'industria europea, la Commissione si è impegnata in prima linea nel Global Forum on Steel Excess Capacity, la prima piattaforma globale per la lotta alla sovraccapacità dell'acciaio, che a novembre 2017 ha concordato "un ambizioso pacchetto di soluzioni politiche concrete per affrontare questa urgente questione".