Export: a luglio flessione del Made in Italy nei mercati extra-UE
Calano a luglio 2018 le esportazioni italiane, mentre aumentano le importazioni. La contrazione dell'export è dovuta principalmente alla diminuzione delle vendite del Made in Italy sui mercati extra-UE.
> Export - Puglia, settori e mercati su cui puntare
Le spedizioni delle imprese italiane verso i mercati stranieri sono scese nel mese di luglio 2018 del 2,6% rispetto al mese precedente. Di contro, nello stesso periodo sono aumentate del 2,4% le importazioni dall'estero. A dirlo sono gli ultimi dati dell'Istat sul commercio estero.
La flessione congiunturale dell’export, spiega l'Istituto nazionale di statistica, è da attribuire prevalentemente all’ampia diminuzione delle vendite verso i mercati extra UE, che registrano un dato del -5,5%, mentre è appena accennata (-0,4%) la contrazione delle spedizioni verso i Paesi dell'Unione europea.
Prendendo in esame il trimestre maggio-luglio 2018, si registrano, rispetto al periodo marzo-aprile 2018, incrementi per entrambi i flussi. In particolare +3% per le importazioni e +1,2% per le esportazioni.
Su base annua, nel mese di luglio 2018 l’aumento dell’export è del 6,8% e coinvolge sia l'area comunitaria (+8,5%) che i Paesi al di fuori dell'Unione (+4,8%).
> ASEAN - prospettive e rischi della Quarta rivoluzione industriale
Settori e mete chiave del Made in Italy
Tra i settori che spingono maggioramente l’export a luglio, spiccano:
- metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+12,4%),
- macchinari e apparecchi n.c.a. (+7%),
- prodotti petroliferi raffinati (+41,6%),
- mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+12%).
I Paesi che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita delle esportazioni sono:
- Francia (+11,9%),
- Germania (+9%),
- Svizzera (+14,4%),
- Spagna (+8,7%).
> Export: helloITA, il primo marketplace del Made in Italy in Cina
Il peso del protezionismo sull'export italiano
A contribuire al contesto di sfiducia dell'export verso i mercati extra UE è, tra le altre cose, anche il clima di stretta protezionistica che si respira a livello globale.
Dopo aver avviato una spietata guerra commerciale all'insegna dell'America first, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha formalizzato nelle scorse ore la decisione, già precedentemente annunciata, di imporre nuovi dazi contro Pechino.
Le tariffe sulle spedizioni dalla Cina entreranno in vigore il 24 settembre, con un tasso iniziale del 10%, destinato a salire al 25% dal 1° gennaio 2019. Si stima che l'iniziativa investirà le vendite di beni per un valore di 200 miliardi di dollari.
> UE-USA: al vaglio ipotesi di un accordo commerciale sui beni industriali