Logistica - ecco come le startup trasformano il settore
L’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano ha mappato 319 startup finanziate in tutto il mondo nel settore della logistica. Un settore tradizionale che, grazie alla trasformazione digitale, sta subendo un cambiamento repentino.
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Dalla startup che sfrutta i big data per analizzare in tempo reale le consegne fino a Quicargo, la startup olandese che permette alle aziende che devono spostare le merci di cercare camion liberi in tempo reale.
Così le startup stanno modificando un settore tradizionale come la logistica. O, per dirla con le parole di Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, “la logistica è materia vecchia come il mondo e per molto tempo è rimasta un po’ statica, invece negli ultimi anni ha registrato un’accelerazione importante. Dalle nuove startup sta arrivando molta innovazione e si sta verificando una contaminazione tra i player storici del settore e le giovani imprese innovative”.
Per conoscere a fondo la trasformazione del settore si deve attendere l’8 novembre, quando sarà presentato il report “Customer Experience, Startup e 4.0: la Logistica spicca il volo!” dell’Osservatorio Contract Logistics del Polimi. In un’anteprima a EconomyUp il direttore Damiano Frosi ha fornito alcuni spunti sui risultati dell’analisi condotta.
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Le startup mappate e il ruolo forte dell’Europa
L’Osservatorio Contract Logistics ha mappato 319 startup finanziate in tutto il mondo nel settore della logistica e le ha classificate in quattro principali categorie:
- Nuovi player della logistica, le aziende che inventano un servizio del tutto nuovo;
- Piattaforme che abilitano la domanda e l’offerta tra servizi logistici attraverso un sistema automatico di matching;
- Aziende che propongono la valutazione a posteriori;
- Società di gestione del pagamento.
Facciamo alcuni esempi pratici. Una delle startup più fortunate del settore, Quicargo, rientra nel secondo segmento: la giovane società olandese ha recentemente raccolto 3 milioni di euro con la sua applicazione software, una sorta di “AirBnb della logistica” che permette alle imprese di cercare i camion liberi in tempo reale. L’app include algoritmi di matching e pricing, opzioni di tracciamento e soluzioni di pagamento.
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O ancora, si pensi a CargoX, piattaforma che semplifica l'emissione e la gestione di polizze di carico originali tramite la blockchain di Ethereum, facilitando il trasferimento digitale delle fatture e agevolando tutte le attività dei diversi attori della catena logistica.
“Anche in passato esistevano piattaforme dove si incontravano domanda e offerta: si pubblicavano richieste con esigenze di trasporto e qualcuno contattava la società richiedente. Ma era una cosa statica e standard. Con le nuove tecnologie vengono introdotti algoritmi che fanno il matching automatico”, sottolinea Frosi.
Delle 319 startup mappate, una buona fetta, circa un’ottantina, sono nell’Unione europea. “A differenza di altri comparti, si può dire che nell’innovazione logistica l’Europa è al pari di USA e Cina”.
Fra le italiane, ne spiccano due. Pony Zero, la startup cresciuta in I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino, nata nel 2013 con l’obiettivo di consegnare pacchi e documenti a impatto zero che ha velocemente rafforzato il proprio business, diventando un player di primo piano nei segmenti “last mile” e “fresh goods” deliveries, vale a dire della ciclologistica per l’ultimo miglio e della consegna di prodotti freschi.
E Milkman, startup specializzata nella logistica smart in grado di adattare il proprio servizio di consegna alle esigenze dello specifico committente, che nelle scorse settimane ha chiuso un nuovo round di investimento da 6,4 milioni di euro.