Piano Juncker: nuova linfa per occupazione e crescita nell’UE
Un aumento dello 0,9% del prodotto interno lordo dell’Unione europea e la creazione di 1,1 milioni di nuovi posti di lavoro rispetto alle previsioni. Questo lo scenario di crescita nell’anno in corso, merito del piano Juncker.
> Piano Juncker - risultati aggiornati a settembre 2019
Lanciato nel 2014, il piano di investimenti per l'Europa, o Piano Juncker, sostiene la crescita economica e gli investimenti nell'UE senza ricorrere a nuovo debito pubblico.
L’obiettivo iniziale del piano era mobilitare, entro il primo semestre del 2018, 315 miliardi di euro tramite un capitale iniziale di 21 miliardi, messo a disposizione dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). Il target fissato per il 2020 ammonta invece a 500 miliardi di euro.
“Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissi: riportare l'Europa su un percorso di crescita solida e stimolare l'occupazione. Entro il 2022 il piano Juncker avrà creato 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro nel mercato occupazionale dell'UE, con un aumento del PIL dell'1,8%”, ha dichiarato il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Le cifre di cui parla il Presidente Junker, sono frutto degli ultimi calcoli del Centro comune di ricerca (JRC) e del dipartimento di economia del Gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI), basati sugli accordi di finanziamento che risultavano approvati a fine giugno 2019.
La forte connettività e la maggiore produttività derivanti dai progetti sostenuti dal piano sono i due pilastri per un futuro rafforzamento della competitività dell’Europa.
Si stima, infatti, che l’incidenza del piano non si limiterà ai benefici sull’occupazione e sulla crescita del PIL, ma avrà anche un impatto macroeconomico a lungo termine sull’UE. Nello specifico, guardando al 2037, si pensa di raggiungere un milione di nuovi posti di lavoro e un aumento del PIL dell'UE dell'1,2 %.
Investimenti per PMI e privati
Alcuni dei potenziali beneficiari degli effetti del piano Juncker sono ad esempio le PMI, le quali godrebbero di un migliore accesso ai finanziamenti. A conferma di questa conclusione basta considerare le cifre relative agli investimenti aggiuntivi in Europa che, a partire da ottobre 2019, dovrebbe ammontare a 439,4 miliardi di euro mobilitati grazie al piano.
Se si scatta, invece, un’istantanea della situazione attuale, una certezza sono gli ottimi esiti ottenuti per gli investimenti privati, considerando che, appunto, circa il 70% circa degli investimenti previsti provengono da risorse di questo tipo.
“Più di un milione di piccole imprese beneficiano dei progetti finanziati finora, che ci aiutano nella transizione verso un'economia circolare, sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Sono orgoglioso di affermare che abbiamo tenuto fede alla nostra priorità numero uno: mobilitare fondi privati per il bene comune”, ha affermato Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l'occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività.
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Chi ha ricevuto i finanziamenti?
Seguendo gli interventi del piano Juncker, la BEI e la sua controllata per il finanziamento delle piccole imprese, il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), hanno approvato il finanziamento di quasi 1.200 operazioni e stanno mettendo capitale di rischio a disposizione di più di 1 milione di start-up e PMI, in un'ampia gamma di settori in tutti i 28 Stati membri.
I progetti del piano sono eterogenei e spaziano da un'infrastruttura paneuropea per la ricarica ad alta velocità dei veicoli elettrici a una società di gestione dei rifiuti alimentari in Romania, al reinserimento nel mondo del lavoro di ex militari nei Paesi Bassi.
Oltre al sostegno di iniziative innovative, il piano Juncker ha alimentato altri obiettivi dell'Unione europea, ad esempio per quanto riguarda le politiche nel settore sociale, del clima e dei trasporti. Nello specifico, è merito di questa strategia se:
- più di 10 milioni di famiglie hanno accesso alle energie rinnovabili;
- 20 milioni di europei beneficiano di migliori servizi sanitari;
- 182 milioni di viaggiatori all'anno usufruiscono di migliori infrastrutture urbane e ferroviarie.
I progetti finanziati dal Gruppo BEI, sempre relativamente al piano Juncker, dovrebbero mobilitare 90,7 miliardi di euro di investimenti a favore dell'azione per il clima. Alcune delle misure riguardano la costruzione di edifici a energia zero e di parchi eolici, i progetti nel settore dell'energia solare, o anche la creazione di strumenti come le docce a risparmio idrico, di mezzi come gli autobus ecologici e di energia come l’illuminazione a LED.
Servizi di consulenza personalizzati
Ad aggiungersi alla lista dei successi raccolti dal piano Jucker c’è l’introduzione del polo europeo di consulenza sugli investimenti, strumento che ha contribuito in modo evidente al decollo di migliaia di iniziative.
Dal suo avvio nel 2015, il polo fornisce assistenza tecnica e consulenza ai progetti in fase iniziale, gestendo dalla sua nascita più di 1.400 richieste da parte di promotori di progetti in tutti i paesi dell'UE.
Di questi più di 400 hanno beneficiato di servizi di consulenza personalizzata e più di 50 progetti sono già stati inseriti nel portafoglio prestiti della BEI, come l'ammodernamento del sistema di illuminazione stradale di Vilnius, al fine di renderlo più efficiente sotto il profilo energetico.
Inoltre, al polo si aggiunge il portale dei progetti di investimento europei, un luogo di incontro online tra i promotori di progetti e gli investitori.
A settembre 2019, ben 890 progetti figuravano nel portale, coprendo tutti i principali settori dell'economia dell'UE, con proposte di investimento per un importo complessivo di 65 miliardi di euro.
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