Servizi digitali, via alla consultazione sulla normativa UE
Aperta fino all'8 settembre 2020 la consultazione pubblica sulla normativa UE per i servizi digitali, che si inserisce nell'ambito della strategia per il futuro digitale dell'Europa presentata a febbraio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
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Perché l'UE ha bisogno di nuove norme sui servizi digitali
Il quadro normativo esistente per i servizi digitali risale a vent'anni fa: ha contribuito sì alla crescita dei servizi digitali europei ma non è adatto ad affrontare le molte ed urgenti questioni attuali sul ruolo e sulla responsabilità delle piattaforme online, specialmente quelle più grandi.
L'Europa ha bisogno di un quadro normativo moderno per ridurre la crescente frammentazione normativa tra gli Stati membri, per meglio garantire agli utenti in tutta Europa la stessa protezione, sia online sia offline, e per offrire a tutte le imprese europee condizioni di parità per innovare, crescere e competere a livello globale. La sicurezza degli utenti e il rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione, devono essere garantiti sistematicamente.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea, ha dichiarato: "Internet offre ai cittadini e alle imprese grandi opportunità da soppesare con i rischi legati al lavoro e alle interazioni online. In questo momento chiediamo quindi il parere dei cittadini e delle parti interessate su come definire un quadro normativo moderno per i servizi digitali e per le piattaforme online nell'UE. Molti di questi temi hanno un impatto sulla vita quotidiana dei cittadini e ci stiamo impegnando a costruire un futuro digitale sicuro, innovativo e adatto alle loro esigenze."
Il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato: "Le piattaforme online hanno assunto un ruolo centrale nella nostra vita, nella nostra economia e nella nostra democrazia. Da questo ruolo derivano anche maggiori responsabilità, ma per questo è necessario dotarsi di un codice normativo moderno per i servizi digitali. Con la consultazione pubblica "terremo conto di tutti i pareri espressi e rifletteremo insieme per trovare il giusto equilibrio tra i seguenti aspetti: fare in modo che internet sia sicuro per tutti, tutelare la libertà di espressione e garantire che vi sia spazio per l'innovazione nel mercato unico dell'UE."
I temi al centro della consultazione pubblica
La consultazione punta a raccogliere pareri, prove e dati provenienti da privati, imprese, piattaforme online, rappresentanti del mondo accademico, società civile e da tutte le parti interessate al fine aiutare le istituzioni nella formulazione del futuro codice normativo per i servizi digitali. I temi principali sono: la sicurezza online, la libertà di espressione, l'equità e condizioni di parità nell'economia digitale.
Nel dettaglio la consultazione è incentrata sui due filoni di lavoro, annunciati a febbraio dalla Commissione UE.
La prima serie di norme riguarderebbe i principi fondamentali della direttiva sul commercio elettronico, in particolare la libertà di fornire servizi digitali in tutto il mercato unico dell'UE secondo le norme del luogo di stabilimento e un'ampia limitazione della responsabilità per i contenuti creati dagli utenti. Partendo da questi principi, l'obiettivo è stabilire norme più chiare e moderne sul ruolo e sugli obblighi degli intermediari online, compresi gli intermediari di paesi terzi che operano nell'UE, come pure un sistema di governance più efficace per garantire la corretta applicazione di tali norme in tutto il mercato unico dell'Unione, nel rispetto dei diritti fondamentali.
Il secondo ambito di intervento riguarda la questione della parità di condizioni nei mercati digitali europei, l'accesso ai quali è attualmente controllato da alcune grandi piattaforme online. La Commissione UE studierà norme per affrontare questi squilibri di mercato, per fare in modo che i consumatori abbiano la più ampia scelta e il mercato unico dei servizi digitali nell'UE resti competitivo e aperto all'innovazione.
Queste finalità potrebbero essere conseguite attraverso norme generali destinate a tutte le piattaforme di una certa dimensione (ad esempio norme sul cosiddetto "self-preferencing") e/o attraverso obblighi normativi specifici per determinati "controllori" dell'accesso (quali obblighi di accesso a dati non personali, condizioni specifiche in materia di portabilità dei dati personali o requisiti di interoperabilità).
Gli esiti della consultazione pubblica orienteranno le proposte della Commissione UE per il pacchetto relativo alla normativa sui servizi digitali, che dovrebbe essere pubblicato alla fine dell'anno.