Concorrenza - notai denunciano rischi ddl
I notai criticano le norme per la professione previste dal disegno di legge in materia di concorrenza e liberalizzazioni. A fare il punto sul provvedimento, nel corso di un'audizione organizzata dalle commissione Finanze e Attività produttive della Camera, il Coordinamento unitario delle organizzazioni notarili (Cuon).
Oltre a introdurre novità in materia di assicurazioni, energia, comunicazione, servizi postali, distribuzione di prodotti farmaceutici, banche e fondi pensione, il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 febbraio scorso interviene anche nel campo delle libere professioni. Tra queste, anche quella notarile, con quattro articoli che hanno subito messo in allarme i professionisti del settore e sono stati al centro dell'audizione del Cuon a Montecitorio.
Nel mirino c'è innanzitutto la possibilità di sostituire l'atto notarile con firme digitali per la costituzione di società a responsabilità limitata con capitale fino a 20 mila euro. La norma, spiega l'organizzazione, trascura il fatto che l'autentica notarile non è paragonabile alla firma digitale per la diversità dei controlli a monte (su antiriclaggio, capacità dei soggetti, etc). Non a caso, continuano i rappresentanti dei notai, le norme Ue prevedono dal 2009 il ricorso a un atto pubblico per la costituzione di società di capitale e un analogo tentativo del Governo Monti, nel 2012, fu bloccato dal Parlamento alla luce delle osservazioni critiche dal mondo dell'antimafia e delle forze dell'ordine. Se allora molte voci autorevoli sottolinearono la gravità di immettere nel circuito economico aziende non controllate attraverso l'intervento notarile, osserva il Cuon, è difficile pensare che oggi il rischio sia scongiurato.
L'altro aspetto del ddl contestato dai notai riguarda la nuova disciplina sulle compravendite immobiliari di beni immobili destinati ad uso non abitativo, che permetterebbe agli avvocati di autenticare le sottoscrizioni degli atti di trasferimento fino al valore catastale massimo di 100mila euro.
Sul tema della facoltà di rogito a soggetti diversi dai notai, il coordinamento ricorda che ogni atto notarile è controllato dal Ministero della Giustizia e che in caso di errore il notaio può essere sospeso o escluso dalla funzione. Inoltre, i repertori notarili vengono controllati ogni quattro mesi dall'Agenzia delle Entrate, che può chiedere direttamente al notaio le relative imposte.
In virtù di questi controlli, sottolinea il Cuon, quando gli atti notarili vengono trascritti sui pubblici registri si assicura la riscossione delle imposte allo Stato, la certezza dell'acquisto a chi ha comprato l'immobile e la garanzia ipotecaria agli istituti di credito. Se invece in questi registri si trascrivesse un contatto privo di queste garanzie o con errori, i vizi su quell'immobile difficilmente potrebbero essere sanati, con il rischio che il bene diventi incommerciabile e in generale di danni all'intera catena della proprietà immobiliare. Senza dimenticare, concludono i notai, che il moltiplicarsi di questi atti potrebbe far aumentare il numero dei contenziosi, portando l'Italia, attualmente poco esposta al problema, verso i livelli particolarmente elevati registrati nei paesi di Common law che non prevedono il notariato latino.
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Author: Luca Zappa / photo on flickr