Costruzioni - Ance, nel 2016 mancato l'obiettivo di crescita
Il 2016 è l’anno delle occasioni mancate. E’ quanto emerge dall’osservatorio congiunturale Ance, presentato questa mattina a Roma dall’associazione dei costruttori.
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Se a fine 2015 era stato previsto un aumento degli investimenti nel comparto pari a un punto, la realtà è piuttosto diversa: secondo l'Ance l’anno in corso non andrà oltre lo 0,3%, un valore troppo basso e non sufficiente a sostenere una ripartenza robusta. Così, per il 2017, servono altri interventi del Governo, a partire da un potenziamento di tutto l’arsenale di incentivi fiscali già in parte a disposizione delle aziende.
Le previsioni di dicembre
L’analisi dell’associazione è partita dalla situazione pronosticata lo scorso dicembre. Per il 2016, allora, era stata ipotizzata una crescita pari all’un per cento. A fare da traino dovevano essere alcuni elementi: la cancellazione del patto di stabilità per i Comuni, l’abolizione della Tasi, la clausola europea per gli investimenti. Alcuni di questi, però, hanno portato un impatto minore rispetto alle attese. Così, nelle ultime settimane, l’Ance ha rifatto i conti.
La clausola per gli investimenti
In particolare, ha deluso la clausola per gli investimenti. Rispetto all’obiettivo di impiegare circa 4,4 miliardi di euro, tramite una serie di cofinanziamenti, sono stati messi a terra circa 2,6 miliardi. Il timore è che il denaro residuo non sia spendibile nel corso del 2016 e, quindi, non porti il beneficio atteso sull’economia. Su questo l’Ance, allora, chiede un’accelerazione all’esecutivo.
Il Codice appalti
Il secondo elemento critico è rappresentato dal Codice appalti. L’entrata in vigore del nuovo sistema, a fine aprile, ha portato una contrazione netta del numero e del valore dei bandi. L’effetto si è visto già tra maggio e giugno e, per i prossimi mesi, il timore è che si consolidi. Così, l’associazione chiede che arrivi una moratoria per tutto il 2016 sulle nuove regole o che, quantomeno, sia possibile recuperare i progetti definitivi già approvati per mandarli in gara tramite appalto integrato.
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L'impatto sul 2016
Il risultato di queste spinte negative è che i numeri del 2016 andranno molto al di sotto delle attese di sei mesi fa. Il target dell’1% è irraggiungibile, arrivati a questo punto. La stima è che l’anno sarà chiuso con un aumento degli investimenti pari allo 0,3%, ancora troppo poco per parlare di una ripresa solida. Molto male andranno le nuove abitazioni (-3,4%), mentre la spinta maggiore arriverà dalle ristrutturazioni (+1,9%). A metà strada ci sarà il comparto delle opere pubbliche, fermo a un misero +0,4 per cento.
De Albertis: ultimo giro per le imprese
In questo contesto, il presidente Ance Claudio De Albertis richiama tutti a rimboccarsi le maniche: “Dobbiamo renderci conto che la campanella sta suonando l’ultimo giro, per questo tutti gli attori del mercato devono impegnarsi per la ripartenza”. Quindi, da un lato il Governo deve attivarsi, ad esempio potenziando gli incentivi fiscali per l’edilizia. Ma, dall’altro, anche le imprese devono fare la loro parte, ad esempio assistendo le stazioni appaltanti in sede di applicazione del nuovo Codice.
Cosa accadrà nel 2017
Per il 2017, quindi, siamo sostanzialmente a un bivio. Con le tendenze attuali, il settore è destinato a calare dell’1,2%, con altri tre punti in meno sulle nuove abitazioni. Se, invece, il Governo dovesse accogliere tutto il pacchetto di proposte fatte dall’Ance, gli esiti potrebbero essere radicalmente opposti. L’ipotesi è che sia possibile raggiungere un obiettivo di crescita degli investimenti pari all’1,1 per cento. Molto dipenderà dalle scelte fatte nella prossima legge di Stabilità.