PMI - in Italia generano piu' della meta' degli scambi intra-UE
Le PMI europee sono responsabili della metà degli scambi commerciali all'interno dell’UE. Quelle italiane valgono ancora di più.
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In occasione della settimana europea delle PMI, l'ufficio statistico dell'Unione europea Eurostat ha pubblicato i dati sull'importanza delle imprese nell'economia europea, suddividendole in base al numero di dipendenti, con focus particolare sul settore del commercio.
Le piccole e medie imprese (PMI, fino a 249 addetti) sono considerate, spiega il rapporto di Eurostat, un “motore dell'economia dell'Unione europea” poichè creano posti di lavoro e contribuiscono alla crescita economica.
I dati del report mostrano che le imprese di piccole e medie dimensioni "contribuiscono significativamente anche agli scambi intra-UE". Il 98% delle aziende che commerciano beni all'interno dell'Unione, infatti, è costituito da PMI, di cui circa il 70% è fatto di microimprese (fino a 9 dipendenti).
Le PMI, riferisce Eurostat, sono inoltre responsabili di circa la metà del valore degli scambi intracomunitari di beni, poichè rappresentano il 51% delle importazioni e il 45% delle esportazioni intra-UE. Percentuali che salgono, rispettivamente, al 58,6% e al 54,4% se si guarda alle PMI italiane.
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Import intra-UE: i dati dei Paesi
Nella gran parte degli Stati membri, almeno la metà del valore delle importazioni intra-UE di beni proviene da PMI. In particolare, le piccole realtà imprenditoriali sono responsabili di oltre tre quarti del valore totale (sopra il 75%) delle importazioni in Lettonia, Cipro, Estonia, Lituania e Malta. Solo in Francia, Germania, Repubblica ceca, Slovacchia e Polonia, le PMI rappresentano meno della metà (sotto il 50%) delle importazioni.
In questa classifica l'Italia si posiziona 18a, con una quota di PMI responsabili delle importazioni intra-UE pari al 58,6%, a fronte di una media UE del 51%.
Export intra-UE: i dati dei Paesi
In cinque Stati membri - Cipro, Lettonia, Belgio, Estonia e Paesi Bassi - le PMI generano più dei due terzi (sopra il 66%) del valore totale delle esportazioni di beni all'interno dell'UE. All'estremo opposto della classifica, le stesse rappresentano meno di un terzo (sotto il 33%) del valore delle esportazioni intracomunitarie in Francia, Germania, Slovacchia, Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca e Finlandia.
Tra i 28 Stati membri l'Italia si piazza al 12o posto, con un peso delle sue PMI rispetto al valore delle esportazioni intra-UE del 54,4%, quasi 10 punti sopra la media comunitaria.
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Ruolo delle microimprese: in Italia contano poco
Una interessante valutazione emerge quando il peso delle PMI su importazioni ed esportazioni viene ulteriormente suddiviso per classi dimensionali, focalizzando così l'attenzione sul ruolo delle microimprese.
Microimprese che, secondo i dati Eurostat, sono i maggiori contributori alle importazioni intra-UE in cinque Stati membri: Malta, Belgio, Svezia, Ungheria e Regno Unito. L'Italia, invece, si trova al lato opposto dello spettro. Le sue microimprese generano meno del 10% del valore totale dell'import intracomunitario. Peggio fanno solo Germania, Francia e Repubblica Ceca.
Risultati ancora peggiori quando si va analizzare il peso delle microimprese italiane sulle esportazioni. In questo caso contano appena il 5% del totale.
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