Imprese - Cerved, crescono ricavi e stabilita' finanziaria
In aumento i ricavi delle imprese italiane, a fronte di debiti più sostenibili. Lo rivelano le previsioni economico-finanziarie fino al 2020 elaborate dal Cerved su oltre 200 settori produttivi.
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Le vendite delle imprese italiane sono previste in accelerazione nei prossimi anni, con una crescita media annua superiore al 4% fino al 2020 e punte del 6-7% nei settori dell’automotive e nella siderurgia. Anche debiti e oneri finanziari nei bilanci torneranno a crescere, ma saranno più sostenibili, grazie alla capacità delle imprese di espandere i profitti e di creare cassa per onorare gli impegni.
Nel caso di una nuova recessione economica, simile a quella del 2008, i conti potrebbero invece risentirne, con conseguenze particolarmente pesanti per la siderurgia e per le costruzioni. È questo, in sintesi, il quadro del nuovo Cerved Industry Forecas, che oltre ad aggiornare le previsioni economico-finanziarie su oltre 200 settori dell’economia fino al 2020, comprende una valutazione di impatto dello scenario di stress EBA sui settori dell’economia italiana.
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Scenari macroeconomici
Sono due gli scenari macroeconomici presi in considerazione dall’analisi Cerved.
Il primo è uno scenario baseline caratterizzato da una domanda mondiale ancora tonica, con ripresa dei prezzi delle materie prime. La BCE ha annunciato un’uscita morbida dal quantitative easing, che dovrebbe attutire gli effetti sul credito. Non mancano però le incertezze, sia sul commercio internazionale con l’introduzione di dazi, sia sul fronte interno, con tensioni sullo spread che potrebbero acuirsi nei prossimi mesi. In questo contesto, Cerved prevede un triennio di crescita dell’economia con tassi dell’1,3%, con una dinamica vivace di investimenti ed esportazioni, accompagnata da una ripresa del mercato immobiliare.
Il secondo, invece, è uno scenario stressato (formulato dall'European Banking Authority, EBA) per verificare gli impatti su profitti e capitale delle maggiori banche europee. Lo scenario ipotizza una situazione simile a quella del 2008, con una crisi di fiducia dei mercati finanziari che produrrebbe un deciso aumento dei tassi di interesse e una stretta creditizia. Gli impatti sull’economia reale sarebbero particolarmente pesanti sotto diversi punti di vista: una brusca contrazione della domanda mondiale e quindi dell’export, un crollo degli investimenti e del mercato immobiliare, una caduta dei prezzi delle materie prime con effetti particolarmente negativi sui settori produttori e distributori.
Nel primo caso, secondo i modelli di Cerved, i ricavi delle imprese italiane sono previsti in crescita a un tasso medio annuo del +4,4%. La crescita sarà più intensa nella metallurgia, +7% grazie alla ripresa della domanda e dei prezzi, nell’automotive (+6,5%), nella logistica (5,5%) e nell’energia e utility (5,3%). Se si considerano gli oltre 200 settori merceologici considerati nella segmentazione di maggiore dettaglio, la crescita risulterà più forte nell’e-commerce (+15,7%), tra le società che gestiscono aeroporti (+13,7%), nella cantieristica (+13,6%).
In uno scenario stressato, la maggior parte dei settori farebbe registrare una perdita del fatturato tra 2017 e 2020: solo largo consumo, hi tech, chimica farmaceutica e servizi farebbero registrare un segno positivo nell’arco temporale considerato. Metallurgia e automotive sarebbero invece i comparti più penalizzati, con una perdita rispetto allo scenario baseline di 13,1 e di 9,3 punti percentuali. Analizzando invece i settori, agenzie immobiliari, cantieristica e siderurgia, con una perdita di circa 30 punti percentuali, sarebbero quelli più colpiti.
Previsioni per la sostenibilità finanziaria
Due le previsioni anche per la sostenibilità finanziaria.
Con margini previsti in accelerazione, a un ritmo anche più sostenuto rispetto ai ricavi (+5,2% in media tra 2017 e 2020) si prevede la riduzione dell’incidenza di debiti finanziari (da un multiplo pari a 3,8 a 3,5) e di oneri finanziari (dal 13,6% al 12,7%), nonostante anche queste due ultime voci torneranno a crescere. Rimarranno però ampie differenze settoriali, con un’incidenza ancora elevata degli oneri nelle costruzioni, nel comparto informazione-comunicazione, nell’agricoltura (in cui l’indice è previsto in aumento) e nell’automotive. Dati di dettaglio indicano che i settori con le situazioni più critiche saranno riconducibili alle costruzioni e, nello specifico, cemento e calce (con gli oneri che pesano per l’86% dei margini), prodotti in terracotta per l’edilizia (81%), impianti fotovoltaici (74%).
Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, uno scenario come quello ipotizzato da EBA comporterebbe effetti particolarmente negativi per le costruzioni con il rapporto tra oneri finanziari e Mol che crescerebbe dal livello già elevato previsto nel caso baseline (21,1%) di oltre dieci punti percentuali e per l’automotive (dal 17,3% al 22,8%).
Solo due settori – hi tech e chimica e farmaceutica – rimarrebbero in area ‘verde’ (entro il primo quartile, con un indice al di sotto del 9%), mentre due (energia e utility e distribuzione) passerebbero da area ‘gialla’ ad area rossa. Costruzioni e mezzi di trasporto sarebbero i settori che, nello scenario stressato, presenterebbero le situazioni più delicate, perché caratterizzati da debiti meno sostenibili e da una minore resilienza rispetto a un deterioramento della congiuntura economica. Per le costruzioni, il quadro complessivo è reso più grave dalla elevata percentuale di società fragili, con alta probabilità di default.