Trasporti - Corte conti UE, gli investimenti sono in ritardo
La riduzione degli investimenti infrastrutturali ha ostacolato la modernizzazione della rete di trasporto dell’UE, e i livelli medi di investimento sono stati assai inferiori al fabbisogno, avverte la Corte dei conti UE.
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Secondo un’analisi panoramica della Corte dei conti europea, il miglioramento della mobilità e dei trasporti rappresenta una delle basi dell’integrazione europea, ma la riduzione degli investimenti nelle infrastrutture ha ostacolato la modernizzazione della rete di trasporto dell’UE.
Gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto
I trasporti incidono direttamente sulla vita quotidiana di tutti i cittadini dell’UE e costituiscono un settore strategico dell’economia; i servizi di trasporto rappresentano infatti circa 11 milioni di posti di lavoro. Lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell’Unione richiede un notevole esborso finanziario.
Secondo le stime della Commissione europea, il fabbisogno totale di investimenti in questo settore ammonta a circa 130 miliardi di euro l’anno, senza contare la manutenzione delle infrastrutture di trasporto.
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Si stima che la rete transeuropea di trasporto (TEN-T), una rete multimodale integrata che consenta a persone e merci di circolare rapidamente e agevolmente in tutta l’UE, costerà circa 500 miliardi di euro per la rete centrale per il periodo 2021-2030; l’inclusione della rete globale e di altri investimenti in materia di trasporti fa salire quest’importo a circa 1.500 miliardi di euro.
La Corte avverte che il tasso di sviluppo delle infrastrutture non è uniforme nell’UE, e che la qualità e la disponibilità di queste ultime sono ancora minori in alcune aree, soprattutto nelle regioni orientali.
Data la limitata disponibilità di fondi pubblici, a seguito della crisi economica del 2008, l’incremento degli investimenti del settore privato nelle infrastrutture di trasporto strategiche è considerato essenziale per ovviare agli investimenti infrastrutturali arretrati in materia di trasporti.
Il ruolo dei trasporti nell’accelerare la decarbonizzazione
Allo stesso tempo, il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto di tutte le emissioni di gas a effetto serra e, giacché dopo il 2014 le emissioni dovute ai trasporti hanno nuovamente cominciato a crescere, si sta configurando come una delle sfide più ardue per la realizzazione degli obiettivi generali di decarbonizzazione dell’UE.
La Corte osserva che sono già state proposte misure per accelerare la decarbonizzazione dei trasporti. Inoltre, l’automazione, la digitalizzazione e la mobilità condivisa costituiscono tendenze in rapida espansione, potenzialmente in grado di rendere più efficienti i sistemi di trasporto.
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D’altra parte, la Corte sottolinea che nuove tecnologie e nuovi modelli di mobilità comportano anche sfide per quanto concerne l’adeguatezza del quadro legislativo, la tutela della privacy, la sicurezza, la responsabilità e la sicurezza dei dati.
Investimenti inferiori al fabbisogno
"L’UE e gli Stati membri hanno compiuto progressi nello sviluppo delle infrastrutture, ma devono sforzarsi maggiormente per fronteggiare le sfide note e future cui è confrontato il settore dei trasporti", ha dichiarato Ladislav Balko, il membro della Corte dei conti europea responsabile dell’analisi.
“La riduzione degli investimenti in infrastrutture di trasporto ha ostacolato la modernizzazione della rete di trasporto dell’UE, e i livelli medi di investimento sono stati assai inferiori al fabbisogno”.
Sei sfide per il settore
In generale, la Corte dei conti sottolinea che l’UE deve far fronte, nel settore dei trasporti, a sei sfide:
- trovare la corrispondenza tra, da un lato, priorità e obiettivi pertinenti e raggiungibili, e, dall’altro, le risorse disponibili;
- introdurre strumenti di applicazione efficaci a livello UE per far sì che le decisioni degli Stati membri in materia di infrastrutture siano maggiormente allineate con le priorità dell’Unione, con particolare riguardo alle tratte transfrontaliere;
- concentrare i finanziamenti dell’UE sulle priorità che recano il più elevato valore aggiunto europeo;
- migliorare la pianificazione, l’attuazione e il monitoraggio dei progetti finanziati dall’UE;
- garantire l’adeguata manutenzione e la sostenibilità delle infrastrutture di trasporto;
- intensificare gli sforzi per trasferire una percentuale maggiore del traffico merci su strada verso altre modalità di trasporto.
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