Piano Energia e Clima: Mipaaft, puntare di piu' sulle biomasse
Il Ministero delle Politiche agricole pubblica un position paper sulle agroenergie, realizzato dal CREA insieme a Coldiretti, Confagricoltura e Cia. I punti principali, dal ruolo delle biomasse di origine agricola al contributo della PAC.
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Il contrasto ai cambiamenti climatici richiede investimenti in innovazione, tecnologia e ricerca, ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, commentando il paper. "Occorre promuovere ulteriormente le bioenergie, che rappresentano una realtà fondamentale per il futuro dell'agricoltura italiana, tenendo conto anche dell'ampia disponibilità delle biomasse e dell'opportunità di una loro valorizzazione energetica sia per quanto riguarda le biomasse residuali, agricole e forestali, che le colture", ha aggiunto.
Il contributo delle biomasse al Piano Energia e Clima
Il documento parte dalla comunicazione pubblicata nel novembre scorso dalla Commissione europea “Un pianeta pulito per tutti” sul contributo dei diversi settori alla transizione verso un'economia a emissioni zero per sottolineare la necessità di andare oltre i soli obiettivi relativi alle energie rinnovabili a favore di una strategia complessiva di decarbonizzazione dell’economia.
La politica energetica dovrebbe quindi essere maggiormente integrata con le politiche agricole, del clima e dell’ambiente, sottolinea il paper, che si concentra soprattutto sul possibile contributo delle biomasse di origine agricola al piano nazionale Energia e Clima. “Agricoltura e foreste, oltre ad agire come 'carbon sink', costituiscono una fonte di biomassa per sostituire le tradizionali fonti di energia nei trasporti, riscaldamento ed energia e come fonte di prodotti ad alto valore aggiunto ed alternativi per sostituirli con quelli ad alta intensità di carbonio”, si legge nel documento.
L'idea è quella di puntare su biomasse e biogas ricavati da residui e sottoprodotti dell'attività agricola e forestale e in misura minore sulle colture dedicate. Il documento incoraggia ad esempio l'utilizzo della biomassa proveniente dai residui delle ordinarie operazioni selvicolturali, oltre che da cedui a rotazione rapida, impianti di arboricoltura da reddito appositamente coltivati anche per valorizzare superfici non più dedicate a colture agricole.
Sul fronte dell'energia elettrica, il paper suggerisce di mantenere gli attuali livelli di produzione al 2030 (20 TWh) prevedendo misure di sostegno che tengano conto della capacità di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico delle filiere a biomasse, mentre relativamente all'energia termica il Mipaaft spinge per un’ulteriore crescita delle bioenergie al 2030.
La produzione di agroenergie non è però il solo ambito di intervento in tema di decarbonizzazione. Tra le priorità indicate ci sono una migliore gestione degli effluenti, dei prodotti chimici di sintesi, dell’alimentazione animale e del carbonio nel suolo e nella vegetazione.
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Il ruolo della PAC post 2020
Le azioni in materia di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici troveranno posto, tramite un obiettivo specifico, anche nella Politica Agricola Comune 2021-2027, su cui il Governo sta già ragionando in vista della redazione del Piano strategico dell'Italia, il nuovo documento di programmazione nazionale che a partire dalla PAC post 2020 dovrebbe raccogliere tutti gli interventi del I e del II Pilastro.
Tra le azioni che dovrebbero rientrare nel Piano italiano al fine di ridurre le emissioni di gas serra il documento individua “l'uso di colture di copertura, l’organizzazione di una filiera corta per la gestione dei materiali vegetali (ad esempio siepi e potature) in relazione al loro aspetto di sottoprodotto di scarto (tritatura in campo, raccolta, stoccaggio e realizzazione impianti), il mantenimento degli alberi nei terreni agricoli, l'ottimizzazione delle strategie di alimentazione per il bestiame o l'utilizzo di piani di gestione del suolo e dei fertilizzanti”.
Nell'ambito dei Programmi di sviluppo rurale (PSR), oltre al sostegno a sistemi energetici locali da filiera corta o filiera territoriale, saranno previsti finanziamenti per l'efficienza energetica delle imprese agricole, ad esempio per la ristrutturazione dei fabbricati rurali e il rinnovo del parco macchine, e delle industrie agroalimentari, anche promuovendo l’accesso al nuovo Fondo nazionale per l'efficienza energetica.
Un capitolo del Piano della PAC dovrebbe inoltre essere dedicato al tema della bioeconomia, tra l'altro al centro di una strategia apposita recentemente approvata dal Governo, senza dimenticare i benefici che possono derivare da un utilizzo efficiente delle reti idriche e degli invasi per usi idro-potabili, irrigui ed energetici.
Il paper richiama anche la necessità di coinvolgere i cittadini nel dibattito sulla sostenibilità degli attuali modelli di consumo alimentare dell'UE, in particolare per quanto riguarda i prodotti di origine animale e i metodi di allevamento più sostenibili.
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La direttiva RED II
Infine, il paper si concentra sul percorso di recepimento della direttiva UE 2018/2001 in materia di promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e sull'attuazione delle politiche previste dal Piano Energia e Clima.
Diverse le indicazioni sulle priorità di intervento, tra cui:
- la promozione dell’autoconsumo in ambito agricolo e forestale dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili,
- l'introduzione di misure per incoraggiare la produzione di energia elettrica da biogas prodotto dalla digestione anaerobica di sottoprodotti, in particolare effluenti zootecnici, e colture,
- la sostituzione dei fertilizzanti minerali, in particolare di quelli azotati, attraverso l’uso del digestato prodotto dagli impianti a biogas alimentati da effluenti di allevamento,
- l'ampliamento dell’elenco delle biomasse di origini agricola ed agroindustriale destinabili alla produzione di biocarburanti avanzati.
Nel settore dei trasporti, conclude il documento, ci sono “le condizioni per puntare con maggiore decisione allo sviluppo dei biocarburanti avanzati ed in particolare del biometano da matrici agro-zootecniche”.
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