Imprese europee resilienti ma attenzione a riserve finanziarie e divari: la relazione BEI sugli investimenti
La relazione annuale sugli investimenti della BEI mostra che nell'ultimo anno le imprese europee hanno investito di più in innovazione, efficienza energetica e diversificazione della catena di approvvigionamento. Ma mette in guardia da due fattori di rischio: l’esaurimento delle riserve finanziarie delle aziende e il divario tra le imprese che si trasformano e restano competitive e quelle che non tengono il passo.
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L'economia e le imprese europee continuano a dare prova di una straordinaria resilienza di fronte alle molteplici sfide che si presentano in parallelo. Un risultato, quello fotografato dalla relazione annuale sugli investimenti della BEI presentata nel contesto della seconda edizione del Forum del Gruppo a Lussemburgo, legato soprattutto a una risposta strategica europea ben coordinata. Una risposta che dovrebbe rappresentare un modello per il futuro, ha dichiarato la Presidente della BEI Nadia Calviño intervenendo in apertura della seconda edizione del Forum del Gruppo BEI.
"L’afflusso continuo di investimenti, rafforzato dal sostegno strategico coordinato dell’UE, sono stati fondamentali per accelerare la transizione energetica e l'adozione di nuove tecnologie," ha dichiarato Nadia Calviño, prima del suo discorso programmatico agli oltre 900 partecipanti al Forum di Lussemburgo, che riunisce decisori politici di primo piano, dirigenti di imprese, accademici e rappresentanti della società civile.
"La competitività e l'autonomia strategica dell'Europa dipendono dalla condivisione di risorse, dalla capacità di attirare capitale privato e dalla costruzione di partenariati all'interno e all'esterno dell'Unione. L’Europa è in grado di far fronte alla sfida e lo farà.”
L’EIB Investment Report: Transforming for competitiveness mostra che nell'ultimo anno le imprese europee hanno investito di più nell'innovazione, nell'efficienza energetica e nella diversificazione della catena di approvvigionamento.
Ma ciò non deve far abbassare la guardia. La relazione avverte infatti che l'esaurimento delle riserve finanziarie proprie delle imprese, che hanno fatto da cuscinetto, rappresenterà un problema per gli investimenti del futuro.
Esiste infatti un divario tra le imprese che si trasformano e restano competitive e quelle che non tengono il passo, sottolinea la relazione. Un divario che emerge anche tra le imprese ad alta intensità energetica che risentono di più della transizione verso l’azzeramento dell’impatto. E c’è il rischio che tale gap si radichi visto che le imprese molto avanzate nel processo di decarbonizzazione investono e innovano di più.
Allo stesso tempo, secondo la relazione BEI, gli investimenti dell'Europa si sono dimostrati più resilienti rispetto alle crisi del passato, sebbene il divario negli investimenti produttivi tra Europa e Stati Uniti continui a rappresentare una sfida per la competitività europea. Inoltre, gli investimenti nelle nuove tecnologie e nell'innovazione devono andare di pari passo con quelli nelle competenze e nell'infrastruttura sociale, al fine di sostenere la qualità della vita e la coesione sociale.
"La trasformazione strutturale, l'innovazione, la digitalizzazione e la decarbonizzazione sono priorità fondamentali per mantenere la competitività dell'UE", ha dichiarato Debora Revoltella, capo economista della BEI. "Dobbiamo aumentare gli investimenti in questi ambiti, erogare finanziamenti specifici per incrementare le tecnologie fondamentali e creare un contesto favorevole che riduca ostacoli e incertezze. I risultati della Relazione sugli investimenti possono rappresentare una tabella di marcia per consentire ai decisori politici e agli investitori di superare le sfide e le opportunità del momento."
Guardando al futuro, sottolinea ancora la relazione, per sostenere il ritmo della trasformazione serviranno interventi strategici efficaci e mirati. Beneficiare appieno dei piani di investimento pubblico esistenti è una priorità e va di pari passo con il mantenimento delle condizioni di parità del mercato unico, al fine di valorizzarne tutte le potenzialità. Si stima infatti che l'eliminazione di un ostacolo agli investimenti porti all'aumento di un punto percentuale del tasso di investimento delle imprese.