Protesta Trattori, via libera definitivo al taglio dell'Irpef sui redditi agrari e dominicali
L'ok del Senato alla legge di conversione del Milleproroghe conferma per gli anni 2024 e 2025 l'azzeramento dell'Irpef agricola per i redditi fino a 10mila euro e lo sconto del 50% per i redditi fino a 15mila euro, con applicazione dell'aliquota piena solo sulla quota di reddito eccedente i 15mila euro.
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La franchigia sui redditi agricoli, formulata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dal vice ministro Maurizio Leo, in coordinamento con il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in risposta alle proteste degli agricoltori, è stata inserita con un emendamento al dl Milleproroghe, il decreto 215-2023 convertito definitivamente in legge con il voto del Senato del 21 febbraio.
Il taglio dell'Irpef, che si applica solo agli imprenditori agricoli professionali e ai coltivatori diretti, sia in forma individuale che di società semplice, consiste in:
- una franchigia per esentare del tutto dal pagamento dell'Irpef i redditi agrari e dominicali fino a 10mila euro,
- una riduzione del 50% per i redditi compresi tra 10mila e 15mila euro,
- il pagamento pieno solo per la quota di reddito sopra alla soglia di 15mila euro.
La misura, il cui costo è stimato in 220 milioni di euro nel 2025, in circa 130 milioni per l'anno 2026 e in 89,8 milioni per il 2027, sarà finanziata con i proventi attesi dalla riforma fiscale e si accompagna nel Milleproroghe a una serie di altri interventi per il settore della produzione primaria. Tra questi, i nuovi termini previsti per la revisione generale periodica delle macchine agricole, che vengono prorogati di un anno, fino al 31 dicembre 2024, per i mezzi immatricolati entro il 31 dicembre 1983 e per quelli immatricolati tra il 1° gennaio 1984 al 31 dicembre 1996 e di due anni, fino al 31 dicembre 2025, per i mezzi immatricolati tra il 1° gennaio 1997 ed il 31 dicembre 2019.
Prorogata, da 12 a 36 mesi, l'operatività del Commissario straordinario per le misure di contenimento e contrasto della diffusione della Peste Suina Africana (PSA), mentre il termine per l'attuazione delle azioni dei Programmi 2023 del Programma Nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2022-2024 è rinviato al 31 dicembre 2024.
Prorogata la deroga dell'obbligo PAC sui terreni a riposo
L'agevolazione fiscale per i redditi agricoli è stata inserita nel Milleproroghe negli stessi giorni in cui arrivava in Gazzetta ufficiale europea la deroga al primo requisito della norma BCAA 8 della Politica Agricola Comune (PAC), che era già stata prevista dalla Commissione europea nel 2022 e nel 2023 alla luce dell'impatto della guerra in Ucraina sulle forniture alimentari e che ora viene riproposta con specifiche condizioni per facilitare l'accesso degli agricoltori ai pagamenti diretti 2024.
Per l'anno di domanda in corso, in base al Regolamento di esecuzione (UE) 2024/587 in vigore dal 14 febbraio, il requisito del vincolo del 4% di incolto previsto dalla norma BCAA 8 si potrà considerare soddisfatto sia laddove l'agricoltore riservi una percentuale minima di almeno il 4% dei seminativi a livello di azienda agricola a superfici ed elementi non produttivi compresi i terreni lasciati a riposo, sia laddove destini il 4% dei terreni a colture azotofissatrici e colture intercalari, purché coltivate senza l’uso di prodotti fitosanitari.
Il Regolamento lascia agli Stati membri la facoltà di introdurre la deroga sul territorio nazionale. Le eventuali decisioni in tal senso adottate dai Paesi UE si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2024 e per il solo anno in corso. I 27 sono anche autorizzati a modificare i loro regimi ecologici (ecoschemi) a sostegno delle zone non produttive per tenere conto dello scenario di riferimento alternativo nell'ambito della condizionalità BCAA 8, comunicando l'aggiornamento attraverso una semplice notifica alla Commissione europea.
Per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, "questa misura offre flessibilità agli agricoltori pur continuando a ricompensarli per il loro lavoro cruciale volto a promuovere la sicurezza alimentare e la sostenibilità dell'UE".
Di tutt'altro avviso le principali organizzazioni degli agricoltori italiane. Per CIA – Agricoltori Italiani, si tratta di un "contentino che lascia perplessi su modalità e durata”, mentre Confagricoltura parla di un “sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l'efficacia della misura". "Una scelta sbagliata", anche per Coldiretti: "non ha senso impedire agli agricoltori di coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare", ha commentato nei giorni scorsi il presidente Ettore Prandini chiedendo la cancellazione definitiva del vincolo del 4% di terreni a riposo dalla Politica Agricola Comune.
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