Pesca sostenibile: Bruxelles lancia una consultazione pubblica sulla PCP
Gli stakeholder - tra cui privati, ONG ed esponenti della comunità scientifica - dei settori della pesca e dell’acquacoltura hanno tempo fino al 21 aprile 2025 per partecipare alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione UE con l’obiettivo di verificare l’efficacia del Regolamento sulla Politica comune della pesca (PCP).
Pesca: call FEAMPA per aumentare le conoscenze scientifiche a supporto della PCP
La nuova consultazione pubblica sulla Politica comune della pesca completa il percorso intrapreso con la call for evidence avviata dalla Direzione generale per gli affari marittimi e la pesca il 20 giugno 2024, che mira a fornire un quadro dell'efficacia del Regolamento sulla PCP.
Obiettivo finale di questo percorso è comprendere se, dal punto di vista degli stakeholder, negli ultimi 10 anni (2014-2020) la PCP e gli strumenti ad essa connessi abbiano contribuito a garantire la sostenibilità delle attività di pesca e acquacoltura dal punto di vista ambientale (valutando ad esempio l’impatto della Politica sulla conservazione delle risorse biologiche marine), economico e sociale.
Regolamento PCP: cosa prevede la Politica comune per la pesca
Il Regolamento PCP è costituito da un insieme di norme di cui l'Unione si serve per gestire il settore della pesca in modo sostenibile.
Originariamente parte della politica agricola comune (PAC), la politica comune della pesca (PCP) inizialmente mirava ad aumentare la produttività, a stabilizzare i mercati, a fornire una fonte di cibo sano e a garantire prezzi ragionevoli per i consumatori. Nel tempo, però, la PCP si è evoluta in una politica separata con una propria legislazione.
La nascita del Regolamento PCP nella sua forma attuale avviene con la riforma del 2013 (regolamento (UE) 1380/2013), che ha il merito di aver riunito per la prima volta le dimensioni sociale, economica e ambientale della politica della pesca dell'UE, evidenziando anche il suo contributo alla disponibilità di risorse alimentari.
In occasione della riforma del 2013 sono state introdotte specifiche misure per raggiungere obiettivi prioritari tra cui gestire gli stock ittici in modo sostenibile, introdurre piani pluriennali per gestire la pesca in diversi bacini marittimi, coinvolgere gli stakeholder di settore nelle decisioni relative alla PCP, prevedere l'obbligo per gli Stati membri UE di garantire un equilibrio stabile e duraturo tra le dimensioni delle loro flotte pescherecce e le opportunità di pesca disponibili. Tra le importanti novità introdotte con l’adozione del Regolamento PCP del 2013, anche l’istituzione di un Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per la programmazione dei fondi UE 2014-2020, cui è succeduto il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA), per la programmazione 2021-2027.
Dieci anni più tardi, nel febbraio 2023, la Commissione ha adottato il pacchetto di proposte “Pesca e oceani”, avviando un dialogo aggiornato sulle principali sfide per il settore della pesca e dell’acquacoltura in Europa, con l’obiettivo di renderlo più sostenibile e resiliente. Il pacchetto si basa su quattro specifici documenti:
- una “Comunicazione sul funzionamento della Politica comune della pesca”, al fine di valutare il funzionamento della strategia europea dieci anni dopo la riforma;
- un “Piano d’azione UE per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente”, che rientra negli sforzi della Commissione volti a raggiungere un’attuazione più coerente della politica ambientale europea e della PCP con i suoi tre pilastri della sostenibilità (ambientale, economico e sociale);
- una comunicazione sulla “Transizione energetica nel settore europeo della pesca e dell’acquacoltura”, in linea con l’obiettivo dell’Esecutivo UE di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di puntare a un settore climaticamente neutro entro il 2050;
- una relazione sull”Organizzazione comune dei mercati” nel settore della pesca e dell’acquacoltura.
Al centro del pacchetto anche la previsione di un Patto per la pesca e gli oceani che mira ad affrontare le criticità alla piena attuazione della Politica comune della pesca tramite il dialogo e la cooperazione tra gli stakeholder del settore, gli Stati membri e la Commissione. L’iniziativa, che non è ancora stata implementata, verrà presentata in occasione della terza conferenza ONU sugli oceani a giugno 2025.
Cosa succede dopo la consultazione sulla Politica comune per la pesca
La consultazione lanciata dall’Esecutivo UE, che è strettamente connessa alla valutazione in corso del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, è aperta fino al 21 aprile 2025.
I contributi dei partecipanti, insieme ad altre analisi, supporteranno la Commissione e gli altri stakeholder coinvolti nella formulazione di un quadro chiaro sull’efficacia della PCP nel raggiungimento dei suoi obiettivi, nonché sul suo impatto economico e sulla sua pertinenza alla luce delle esigenze emergenti. A tal fine, la Commissione europea pubblicherà una relazione di sintesi delle varie consultazioni avviate a riguardo.