Relazione CTE 2024: Italia al centro di programmi Interreg e strategie macroregionali

Relazione CTE 2024 - Foto di Alexander Jungmann da Pixabay La sfida principale che l'Italia dovrà affrontare - insieme agli altri paesi UE - sul fronte della cooperazione territoriale europea (CTE) è migliorare il coordinamento e l'integrazione tra le strategie macroregionali e i programmi Interreg. E' quanto emerge dalla Relazione annuale sui Programmi della cooperazione territoriale europea (CTE) pubblicata dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud, che già guarda al futuro dei programmi Interreg nel ciclo 2028-2034.

Fondi europei 2021-2027: transizione verde e digitale al centro della cooperazione territoriale in Europa

La Relazione CTE 2024 è la prima riferita alla cooperazione territoriale europea nella programmazione 2021-2027, sebbene nelle edizioni precedenti - come nella Relazione CTE 2023 - siano presenti anche informazioni sui bandi e sui progetti dei programmi 21-27.

Dopo un breve riepilogo sui risultati della programmazione 2014-2020, la nuova Relazione CTE si concentra sull'attuazione in Italia dei programmi Interreg 2021-2027 e sullo stato di attuazione delle strategie macro-regionali e di bacino marittimo che interessano l’Italia: la Strategia Europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR), la Strategia Europea per la Regione Alpina (EUSALP) e l’Iniziativa WESTMED.

A conclusione della Relazione c'è una sintesi del processo di consultazione dei programmi Interreg post-2027, avviata dalla Commissione UE alla fine del 2023.

Cooperazione territoriale europea: la partecipazione dell’Italia  

Interreg 2021-2027: a che punto siamo?

In continuità con la precedente programmazione, l’Italia partecipa a 19 programmi di cooperazione che dispongono di una dotazione finanziaria complessiva pari a 3,08 miliardi di euro (contributo UE + cofinanziamento nazionale).

Interreg

Al 30 giugno 2024, i programmi Interreg hanno pubblicato complessivamente 66 bandi - di cui 45 risultano conclusi, mentre per i restanti 21 il processo di selezione è in corso - per un totale di 1,7 miliardi di euro, pari al 56% della dotazione finanziaria complessiva dei programmi Interreg a partecipazione italiana. I programmi che hanno impegnato la quota più elevata di risorse sono: il programma Italia-Francia Marittimo (82%), Interreg Europe (81%), Euro-MED (79%) e IPA South Adriatic (78%).

Avanzamento

Guardando alla partecipazione italiana, sul totale di 309 progetti finanziati al 31 dicembre 2023, ben 265 vedono la partecipazione di partner italiani (86%) e 111 (42%) hanno come capofila (lead partner) un beneficiario italiano. Come specificato nella Relazione, "per attribuire significatività al dato, occorre concentrare l’attenzione esclusivamente sui progetti dei programmi di cooperazione transnazionale e interregionale, perché a differenza dei programmi transfrontalieri, la presenza di partner italiani nei partenariati non è vincolante. Nonostante questo [...] tutti i progetti finanziati dai programmi transnazionali e interregionali coinvolgono partner italiani e, in particolare, sui programmi IPA Adriatic Ionian, EURO MED e Spazio Alpino il tasso di partecipazione è pari al 100%".

Partner

Anche nel caso di progetti in cui i partner italiani ricoprono il ruolo di lead partner, nei programmi di cooperazione transnazionale e interregionale si registra una percentuale media molto alta, in particolare per il programma Spazio Alpino (41% dei progetti), seguito dal programma Interreg Europe (28%).

Analizzando la distribuzione territoriale delle risorse relative ai partner italiani emerge che "le Regioni che registrano la quota più elevata di risorse assegnate sono quelle che hanno una maggiore eleggibilità territoriale alle aree di cooperazione dei programmi stabilita dalla Commissione UE e in particolare, le prime regioni risultano essere: Piemonte (29.270.813 euro), Friuli-Venezia Giulia (23.869.886 euro) e Veneto (14.960.335 euro)".

Regioni

A livello locale, le province che registrano la quota più elevata di risorse assegnate ai partner italiani sono: Torino, con circa 16 milioni di euro (11%), Cuneo, con circa 11 milioni di euro (8,14%), Aosta, con 9,7 milioni di euro (6,76%), Gorizia, con 9,6 milioni di euro (6,71%), e Bari, con 9,5 milioni di euro (6,64%).

Province

Analizzando le categorie di partner coinvolti nei progetti, i principali risultano essere - sia per totale di partecipazioni che per totale di risorse assegnate - gli enti pubblici territoriali e le agenzie correlate (rispettivamente, 384 partecipazioni e 84 milioni di euro), seguiti dai servizi educativi, le università, i parchi scientifici e i cluster tecnologici (con 99 partecipazioni e 21 milioni di euro).

Categorie partner

Guardando alla distribuzione tematica dei progetti finanziati - in relazione agli Obiettivi Strategici (OS) della Politica di Coesione e agli Obiettivi Specifici dell’Interreg (ISO) - risulta che l’OS 2 "Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio" ha assorbito la quota maggiore delle risorse finanziarie (34%), seguito dall’OS 1 "Europa più competitiva e intelligente" (21%), dall’ISO 1 "Migliore governance della cooperazione" (20%) e dall’OS 4 "Europa sociale" (18%). Seguono, a distanza, l’OS 3 "Europa connessa" (4%) e l’OS 5 "Europa vicina ai cittadini" (3%).

Temi

Anche esaminando i 309 progetti finanziati dai programmi Interreg, risulta che la maggior parte si concentra sull'OS 2 (98 progetti), seguito poi dall’ISO 1 (73 progetti) e dall'OS 1 (58).

Progetti

In relazione agli Obiettivi Strategici, tra le Regioni che assorbono la maggiore quota di risorse si possono evidenziare: per l’OS 2 il Piemonte (9,9 milioni di euro), il Veneto (6,7 milioni) e il Friuli Venezia Giulia (5,3 milioni); per l’OS 4 il Friuli Venezia Giulia (13 milioni) e il Piemonte (12 milioni); per l’OS 1 il Piemonte (4,8 milioni) e la Liguria (3,1 milioni).

OS

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Strategie macro-regionali: il ruolo dell'Italia

L’Italia partecipa a due strategie macroregionali (EUSAIR ed EUSALP) e alla strategia di bacino marittimo per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu nel Mediterraneo occidentale (Iniziativa WestMed), e vi contribuisce, insieme ai paesi partner, anche attraverso interventi finanziati nell’ambito della Politica di Coesione, nella programmazione mainstream e CTE.

Queste strategie rappresentano quadri politici strategici per affrontare sfide e problemi comuni ad un'area geografica transnazionale tramite un approccio condiviso e coordinato tra più Stati e Regioni, e "secondo la cosiddetta "regola dei tre no" non prevedono risorse, norme o istituzioni aggiuntive, ma piuttosto processi e strutture di governance volti a favorire l’orientamento strategico, la concentrazione degli investimenti e il coordinamento di attori, programmi e strumenti di finanziamento attivi a scala macroregionale".

In questo contesto, al centro della programmazione 2021-2027 c'è il processo di embedding (incorporazione) che - sebbene sia rivolto prevalentemente ai programmi mainstream - vede la cooperazione territoriale giocare un ruolo fondamentale. I programmi Interreg, infatti, offrono per loro natura - rispetto ad altri programmi di finanziamento - l’opportunità di costruire partenariati multilivello di carattere transnazionale e transfrontaliero grazie all’adozione di approcci comuni ed armonizzati.

Alla luce di queste considerazioni "nel 2021-2027, la sfida principale per i programmi di cooperazione territoriale sarà coniugare lo sforzo di allineamento con le strategie con la necessità di ottenere un maggiore coordinamento tra i programmi Interreg dell’area macro-regionale e di bacino marittimo di riferimento. Risulta, tuttavia, essenziale, sia per la programmazione in corso che per quella futura, compiere maggiori sforzi in termini di coordinamento e di integrazione tra strategie, programmi, fondi, progetti che interessano le risorse del bilancio europeo e non solo, moltiplicando il più possibile gli impatti e favorendo la massima sinergia alle diverse scale territoriali di riferimento".

In questo scenario, "la partecipazione italiana ai programmi CTE per il periodo 2021-2027, insieme all’impegno nelle strategie macro-regionali, si presenta quindi come un'opportunità strategica per rafforzare la cooperazione tra le regioni UE, dei paesi IPA e della sponda Sud del Mediterraneo, promuovendo uno sviluppo equilibrato e sostenibile". Un buon andamento dei progetti attuali, in conclusione, è cruciale per rafforzare la credibilità dell’Italia come partner affidabile nell'ambito della cooperazione europea e per partecipare attivamente alle discussioni sul ciclo di programmazione post-2027.

Macroregioni: il futuro passa per i fondi europei 2021-2027

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Interreg post-2027: quale futuro per la CTE nel settennato 2028-2034?

Nel 2024 è stato avviato il processo di consultazione sul futuro dei programmi Interreg nella programmazione 2028-2034. Gli elementi di cui si dovrà tener conto nel dibattito post-27 sono diversi, tra cui: impegno delle risorse, continuità con la precedente programmazione, semplificazione, differenziazione tra componenti Interreg rispetto ai bisogni territoriali e avvio tempestivo della nuova programmazione.

In relazione alle strategie macroregionali, "la Commissione UE ha evidenziato che il loro futuro è svincolato da quello del QFP, non disponendo di risorse proprie. La vera sfida sarà rispondere alla loro migliore collocazione e ruolo rispetto al nuovo QFP, in particolare per quanto concerne il valore dell’embedding delle priorità delle strategie nei programmi della coesione".

Sul futuro della Politica di Coesione, "c'è un’urgente necessità di maggiori sforzi per migliorare l’efficacia e l’impatto territoriale. Il suo successo dipende dalla considerazione della dimensione territoriale degli investimenti, dal coordinamento di fondi e politiche a vari livelli e dalla creazione di una strategia olistica che unisca competitività, coesione e altre politiche dell’UE. Mentre alcuni programmi Interreg si stanno inizialmente impegnando con iniziative allineate ad altri fondi/programmi UE (come IOC, Horizon Europe e Just Transition), c'è la consapevolezza che i programmi dovrebbero lavorare in modo strategico e perseguire legami di collaborazione per lo sviluppo di sinergie reciproche".

Per quanto riguarda la programmazione Interreg "serve, a tutti i livelli, una spinta comune volta a far convergere politiche, risorse, territori e attori, con procedure e meccanismi di coordinamento che non restino solo adempimenti formali né che siano frutto di azioni dispersive e troppo complesse. C'è ancora un notevole margine di miglioramento nel promuovere complementarità e sinergie per una futura efficienza dei finanziamenti".

Consulta la Relazione CTE 2024

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Foto di Alexander Jungmann da Pixabay

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