Anac - Il Governo limita i poteri di Cantone, ecco tutti i passi indietro
Il Governo ridimensiona i poteri dell’Anac ma poi ritorna sui suoi passi.
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Mentre il decreto correttivo del codice appalti si appresta ad atterrare a giorni in Gazzetta ufficiale, scoppia la polemica su un passaggio che ridimensiona le prerogative dell’Autorità anticorruzione: si tratta dell’articolo che dava al presidente Raffaele Cantone un potere di raccomandazione vincolante verso le amministrazioni, cancellato dalla versione finale del testo. Il Governo rassicura che quel passaggio sarà reintrodotto ma, per la verità, non è l’unico che ridimensiona il perimetro dell’Authority.
Il potere di raccomandazione
Partiamo dalla questione del potere di raccomandazione. Si tratta della possibilità riservata a Raffaele Cantone di intervenire su un bando, chiedendo modifiche a una stazione appaltante, sotto la minaccia di una sanzione fino a un massimo di 25mila euro. Il potere doveva servire a rendere più efficace la lotta alla corruzione nel settore degli appalti pubblici, dando modo all’Anac di intervenire in maniera tempestiva, senza aspettare che si realizzassero fatti gravi. Insomma, un potere preventivo di stoppare le condotte sospette.
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L'intervento del correttivo
Il correttivo al codice appalti, con una decisione a sorpresa, ha deciso di cassare questo articolo. Dall’Anac, però, nelle scorse ore è emersa “perplessità” su questa scelta. Una presa di posizione che ha scatenato una serie di reazioni stizzite, a partire da quella dei relatori del decreto presso le commissioni parlamentari. Così, l’esecutivo ha annunciato la sua intenzione di fare retromarcia, spiegando che “non c’è nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell'Anac”. Sul punto sarà posto rimedio “in maniera inequivocabile”.
Verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale
Resta, allora, da analizzare la scelta che Palazzo Chigi farà nella versione finale del decreto. Probabile che questo caos allunghi di qualche giorno i tempi di pubblicazione. La cancellazione di questo potere non è, però, l’unico punto nel quale i poteri dell’Anticorruzione venivano limitati in qualche modo. Restano in sospeso anche altre questioni.
Le altre limitazioni all'Anac
Tra queste va sicuramente ricordato il tema dell'autonomia organizzativa dell'Anac. L’Autorità, infatti, aveva chiesto al Governo maggiori poteri per determinare il suo assetto organizzativo. Una richiesta che si aggancia a una battaglia sulla quale l’Authority insiste da mesi: ottenere la possibilità di spendere i suoi consistenti avanzi di amministrazione, legati alla tassa sulle gare, con la quale l’Anac si finanzia.
Stop all'autonomia organizzativa
Questo punto, però, dopo essere stato inserito in alcune bozze del testo in entrata in Consiglio dei ministri, è stato cancellato nella versione uscita dal Cdm. Quindi, i poteri di Raffaele Cantone nell’organizzazione dei suoi uffici resteranno identici a quelli attuali.
Frenata sugli incarichi fiduciari
Ancora, una scelta simile è stata fatta in materia di incarichi sotto i 40mila euro. In questo caso, l’Autorità aveva chiesto per i piccoli appalti di presentare almeno due preventivi e di motivare la scelta dell’impresa: una misura minima di trasparenza, fatta per evitare gli abusi. Il Governo ha, però, preferito semplificare questo tipo di procedimenti e renderli più semplici per le stazioni appaltanti. Altro passaggio sul quale le scelte dell’Anac sono state contrastate.