Toscana - piani per internazionalizzazione e banda larga
Attrarre imprese estere sul territorio regionale e semplificare le procedure per estendere l'accesso alla banda larga. Sono i punti chiave dei piani presentati dalla Regione Toscana.
Attrarre imprese estere
Ricercare potenziali investitori internazionali e facilitare e accompagnare gli investimenti esteri in Toscana nell'ambito di politiche nazionali e regionali che favoriscano l'insediamento di nuovi attori sia industriali che istituzionali. Questi gli obiettivi dell'accordo siglato a Firenze dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, dal viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda e dal dirigente dell'ufficio di supporto per l'attrazione degli investimenti esteri dell'ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, Andrea Napoletano.
L'accordo intende sviluppare ulteriormente un contesto già piuttosto florido: ad oggi, sono oltre 420 le imprese estere attive in Toscana, con oltre 35mila dipendenti diretti e più di 15 miliardi di fatturato, provenienti soprattutto da Nord America, Unione europea e Giappone. Numeri che hanno indotto la Regione, alla fine del 2010, a costituire un ufficio ad hoc per mettere a punto, insieme a Toscana Promozione, misure volte all'attrazione e all'accompagnamento di investitori stranieri. Da allora, e nello specifico dal 2011 al 2014, su 95 manifestazioni di interesse, 44 si sono tradotte in investimenti, per un valore complessivo di un miliardo e mezzo di euro.
L'accordo, con validità triennale, si sviluppa in quattro principali forme di collaborazione fra Regione, Ministero e ICE:
- avviare un confronto strutturato per favorire l'attuazione di strategie e strumenti per l'attrazione degli investimenti,
- fornire assistenza agli investitori stranieri già presenti in Toscana, ma anche alle imprese italiane che offrono opportunità di investimento su questo territorio,
- condividere un sistema informativo su normative e incentivi nazionali e locali,
- svolgere attività congiunte di carattere promozionale per favorire gli investimenti diretti esteri in Toscana.
Banda larga e ultra-larga
200 chilometri di fibra ottica saranno posati in Toscana entro ottobre: un cavo che attraverserà 1251 località e frazioni di 190 diversi Comuni, portando la connessione a una velocità compresa tra 20 Mbps e 30 Mbps. Sono i numeri del piano per estendere la banda larga e abbattere il digitale divide, che verrà realizzato da Telecom Italia, vincitrice dell'ultimo bando di gara indetto dalla Regione e dal Ministero per lo Sviluppo economico.
Parallelamente, la Regione cerca di semplificare e rendere più trasparenti le procedure legate alla realizzazione dei lavori, attraverso un accordo di programma con i Comuni interessati.
Da un lato, dunque, l'obiettivo è snellire le procedure burocratiche: “Con questo strumento di fatto metteremo tutti intorno a un tavolo, da Telecom ai Comuni, dalle Province alle Unioni di Comuni. Lo faremo con il coordinamento della Regione in modo da poter presentare i progetti e acquisire pareri, prescrizioni e osservazioni tutti insieme, per l'immediata cantierabilità degli interventi”, spiega l'assessore alla presidenza e ai sistemi informativi della Toscana, Vittorio Bugli. Di supporto in tal senso sarà il catasto delle reti, un database continuamente aggiornato e accessibile a tutti, di recente lanciato dalla Regione Toscana
Dall'altro lato, la trasparenza: la Regione metterà a disposizione la piattaforma Open Toscana, inserendo, in forma georeferenziata, aggiornamenti in tempo reale sull'andamento dei lavori.
Il piano per la banda larga si inquadra nell'ambito della strategia regionale di Smart Specialisation, realizzata a novembre per accedere ai fondi strutturali europei 2014-2020. Nelle intenzioni della Regione, fa sapere Bugli, c'è anche la messa a punto del piano per la banda ultra-larga, la cui realizzazione rientra fra gli obiettivi del Programma operativo della Regione Toscana a valere sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale 2014-2020.
Rallentamento potrebbero però arrivare a livello nazionale: dei circa 6 miliardi di euro necessari per finanziare il Piano nazionale per la banda ultralarga, infatti, solo i 2 miliardi a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) sono già disponibili. Quattro miliardi dovrebbero venire invece dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), ma potranno essere sbloccati solo dal 2017.