Economia Come – presenze record per il festival capitolino
Oltre 6mila persone per Economia Come, festival prodotto da Fondazione Musica per Roma e Camera di Commercio di Roma, promosso da Invitalia.
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Presenze record per Economia Come, il primo Festival della Capitale su temi economici prodotto da Fondazione Musica per Roma insieme alla Camera di Commercio di Roma, e promosso da Invitalia con la consulenza editoriale di Laterza Agorà, in collaborazione con la Regione Lazio, l’agenzia Lazio Innova e l’università LUISS, che si è tenuto dal 17 al 19 novembre presso l’Auditorium Parco della Musica.
Calenda: competitività, innovazione e internazionalizzazione driver di crescita
Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha risposto alla domanda che è anche il titolo della prima edizione del festival suggerendo di puntare "sulla competitività e sulle sfide dell’innovazione tecnologica che, insieme all’internazionalizzazione, rappresentano i driver principali della crescita del nostro Paese”.
Ma quali sono le leve su cui insistere per uno sviluppo solido del nostro Paese? Nel confronto con il giornalista Claudio Cerasa il titolare dello Sviluppo economico è partito dalle città e dal recente accordo siglato tra il MISE e l’amministrazione comunale capitolina: “Le città sono i motori di sviluppo per l’economia e, partendo proprio da questa premessa, nei primi giorni di dicembre, a Roma, sarà operativa una nostra task force a presidio del centro storico. Naturalmente questo modello di collaborazione sarà esteso ad altre città e punteremo sui nodi nevralgici, quali la sicurezza, ma anche l’illuminazione e la gestione delle attività commerciali.
Questo per il breve periodo”, ha aggiunto Calenda, “ma stiamo lavorando, in contemporanea, per portare nella capitale la produzione di alta tecnologia attraverso accordi con multinazionali. Bisogna investire e premiare gli imprenditori che investono. Sono ancora troppo poche le imprese che lo fanno e questa è la grande sfida dell’Italia”.
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Focus anche sulle riforme e sulle sfide dei grandi mercati che impongono, nelle parole di Calenda, una visione e un approccio pragmatico: “Bisogna difendere l’interesse nazionale e non l’italianità. E’ necessario contrastare gli investimenti predatori di aziende estere che puntano a sottrarre i nostri asset, i nostri brevetti, e poi vanno via. Difendere l’interesse nazionale però non significa contrastare gli investimenti esteri in Italia. Ma stabilire e far rispettare le regole”.
Un’ultima parola chiave da tenere in evidenza, per il ministro, è governare il progresso. “Non a caso abbiamo inserito l’innovazione tecnologica e, in particolare, l’intelligenza artificiale, nell’agenda dell’ultimo G7, proprio per avviare un processo di regolamentazione di fenomeni e di realtà che già stanno cambiando la nostra vita e l’economia mondiale”.
Non c’è più il Sud di una volta
“Negli ultimi tre anni il Sud è cresciuto addirittura di più del resto del Paese, che pure ha ricominciato a crescere. La questione meridionale, opportunamente rinnovata, è tornata al centro del dibattito italiano”. A dirlo, Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia durante il convegno su “Non c’è più il Sud di una volta” che ha chiuso la prima edizione del festival Economia Come.
“Per fortuna sono lontani i tempi in cui i fondi per lo sviluppo del Sud si utilizzavano come un bancomat per risolvere i problemi del Nord. Ora dobbiamo lavorare tutti perché questa crescita diventi duratura e perché la questione settentrionale non si riaffacci nel dibattito tra devolution e referendum autonomisti”, ha continuato Arcuri.
Sulla difficoltà di accesso al credito per le imprese meridionali, l’ad di Invitalia ha aggiunto: “Il costo e l’accesso al credito nel nostro Paese è diseguale. Da decenni, purtroppo, è più semplice e meno oneroso per le grandi imprese e per quelle del Nord, e più difficile e più costoso per le piccole imprese. Poi fare impresa al Sud è ancora una variabile competitiva di svantaggio, e non un volano di crescita per il Mezzogiorno come dovrebbe essere”.
Per il direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, c’è “al Sud una zona grigia che preoccupa, dove ci sono imprese meritevoli di credito ma con difficoltà ad accedervi e, spesso, le banche hanno difficoltà a distinguere chi è meritevole e chi no. Questa zona nel meridione è un po’ più estesa, anche se non è la vera causa del divario tra Nord e Sud che si è allargato negli ultimi venti anni”.
Padoan: il Mezzogiorno ha enormi potenzialità
“Il Sud è in crescita, addirittura più di altre regioni del resto d’Italia. Questo significa che il Mezzogiorno ha enormi potenzialità che magari non sono uniformemente distribuite”, ha notato il ministro dell’Economia e delle finanze Pier Carlo Padoan nel corso del festival.
“C’è sempre una questione meridionale da quando si è unificato il nostro Paese, però adesso cominciamo a vedere risultati importanti”.
E riferendosi al festival Economia Come il ministro Padoan ha dichiarato: “E’ un’iniziativa molto efficace che si inserisce in un contesto generale che sicuramente il governo valuta positivamente. Abbiamo dato vita ad un progetto di educazione finanziaria, e pensiamo che anche queste manifestazioni possono aiutare i cittadini ad essere più consapevoli del mondo della finanza che riguarda tutti noi, non solo gli specialisti”.