Agroalimentare - stop di Bruxelles alle pratiche commerciali sleali
La Commissione europea propone di vietare le pratiche commerciali sleali più dannose per gli agricoltori e le piccole e medie imprese della filiera alimentare. Le denunce nei confronti degli operatori commerciali potranno essere anonime, assicura Bruxelles.
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“La Commissione intende combattere con fermezza le pratiche commerciali sleali, che compromettono la vitalità economica degli operatori”. Così il vicepresidente e commissario responsabile per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività Jyrki Katainen, ha illustrato, insieme al commissario per l'Agricoltura Phil Hogan, la proposta di direttiva che mira a mitigare gli squilibri di potere contrattuale nella filiera alimentare e a consentire agli operatori di competere su un piano di parità.
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Le pratiche commerciali vietate
Annunciate nel programma di lavoro della Commissione per il 2018, le misure intendono migliorare il funzionamento della filiera alimentare, aiutando gli agricoltori a rafforzare la loro posizione sul mercato e contribuendo a proteggerli da crisi future.
La proposta si basa sul lavoro della task force per i mercati agricoli (AMTF), le cui raccomandazioni hanno portato a una valutazione di impatto a una consultazione pubblica sul miglioramento della filiera alimentare per individuare le pratiche commerciali sleali specifiche disciplinate dalla direttiva.
Tra le pratiche che Bruxelles intende vietare rientrano i pagamenti tardivi per i prodotti alimentari deperibili, la cancellazione degli ordini all'ultimo minuto, le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti e l'obbligo imposto al fornitore di pagare per gli sprechi. Le pratiche che sarebbero autorizzate solo se soggette a un accordo iniziale tra le parti chiaro e privo di ambiguità vi sono invece quelle per cui l'acquirente restituisce a un fornitore i prodotti alimentari invenduti o impone al fornitore un pagamento per garantire o mantenere un accordo di fornitura relativo a prodotti alimentari.
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La proposta della Commissione UE
Le misure proposte da Bruxelles fanno riferimento alle buone pratiche volontarie in vigore nella filiera nell'ambito della Supply Chain Initiative (SCI), un codice adottato nel 2013 da sette associazioni a livello UE che comprendono il settore degli alimenti e delle bevande, i fabbricanti di prodotti di marca, il commercio al dettaglio, le PMI e gli operatori commerciali del settore agricolo.
La proposta della Commissione impone agli Stati membri di designare un'autorità pubblica responsabile di garantire l'applicazione delle nuove norme di avviare indagini autonomamente o dietro denuncia e, in caso di accertata violazione, di imporre sanzioni proporzionate e dissuasive.
Le denunce potranno essere anonime, per proteggere la posizione delle imprese agroalimentari nei confronti del partner commerciale ed eliminare il “fattore paura” dalla filiera alimentare, ha spiegato il commissario Hogan.
“Qualsiasi catena è forte solo quanto il suo anello più debole: per essere equa una filiera alimentare deve essere efficiente ed efficace. La proposta intende essenzialmente garantire l'equità, dando voce a coloro che non he hanno, a coloro che senza averne colpa si trovano a subire una posizione negoziale più debole”, ha aggiunto.
De Castro, giusto frenare comportamenti da Far West
L'intervento dell'Esecutivo UE era stato sollecitato da una risoluzione del Parlamento europeo adottata nel giugno 2016, che invitava la Commissione europea a presentare una proposta relativa a un quadro dell'UE per quanto riguarda le pratiche commerciali sleali.
Si tratta di “un'iniziativa necessaria per frenare comportamenti da Far West, che producono inefficienza e sprechi alimentari danneggiando tanto i produttori che i consumatori”, ha commentato infatti l'eurodeputato Pd Paolo De Castro, che sarà relatore sulla direttiva per il Parlamento europeo.
"Il progetto di direttiva illustrata da Hogan è un'opportunità per continuare il lavoro fatto con il regolamento 'Omnibus' per migliorare la competitività delle parti più deboli della filiera agroalimentare. Dopo che venti Paesi hanno già legiferato in materia servono regole comuni contro comportamenti scorretti come, per esempio, pagamenti ritardati o cancellazioni di ordini last minute per i prodotti deperibili", ha aggiunto De Castro, auspicando che questi strumenti contribuiscano a bloccare “fenomeni misteriosi, come la moltiplicazione dei prezzi di frutta e verdura dal campo alla tavola”.
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