Fondi UE: bandi per la gestione dei beni confiscati e lotta all’usura al Sud
Al via due avvisi per promuovere interventi di gestione dei beni confiscati e di reinserimento delle vittime di usura in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
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Ammonta a 6 milioni di euro il budget complessivo stanziato per i due nuovi bandi finanziati dal Programma Operativo Nazionale Legalità 2014-2020. Metà della somma è riservata alle imprese sociali impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata, l’altra metà mira a supportare le vittime di racket e usura nel reinserimento nel circuito legale.
Sarà possibile presentare domanda per entrambe le iniziative entro il 6 marzo 2020.
Gestione dei beni confiscati
Le attività dell'avviso si inseriscono in un contesto, quello delle Regioni meridionali, dove sono presenti oltre 7mila beni immobili confiscati trasferiti al patrimonio degli enti locali per scopi sociali e la direzione degli stessi appare particolarmente complessa.
L'obiettivo è, quindi, quello di intervenire per migliorare la capacità di gestione dei beni da parte delle imprese sociali che operano all’interno degli stessi, consentendo così da un lato la piena restituzione dei beni confiscati alle comunità e il loro reintegro nei circuiti legali e dall’altro un utilizzo più efficace delle risorse pubbliche.
Possono partecipare, con un’unica proposta progettuale, le imprese sociali di livello nazionale e i soggetti privati senza scopo di lucro operanti nel settore. Le attività ammissibili riguardano l’erogazione di servizi di accompagnamento e consulenza, insieme a percorsi di formazione per la gestione economico-finanziaria.
Ad ognuna delle aree territoriali in cui verrà svolta l’attività è dedicato un finanziamento di 500mila euro, di cui la metà da destinare a progetti dedicati a soggetti che gestiscono imprese e/o terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata.
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Reinserimento delle vittime di usura
La presenza della criminalità organizzata sul territorio nazionale, e con maggiore pervasività, in molte zone delle cinque Regioni meno sviluppate – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - costituisce un freno allo sviluppo socio-economico dell’Italia.
Nello specifico, per contrastare i fenomeni diffusi di racket e usura, sono state adottate negli anni una serie di strumenti e norme per supportare le vittime di tali reati e per dare una possibilità a coloro che hanno deciso di collaborare con le istituzioni nella lotta al problema.
Si inserisce in questo contesto il bando per incentivare la denuncia dei reati del genere da parte degli operatori economici e garantire alle vittime la definitiva riabilitazione economico-sociale.
Possono presentare proposte progettuali le associazioni o le organizzazioni antiracket e antiusura, con interventi destinati agli operatori economici che vivono una condizione di particolare fragilità e vulnerabilità sociale in quanto protagonisti del disagio provocato dai comportamenti illegali.
L’intervento può prevedere una o più attività relative a orientamento e consulenza, sia legale che amministrativo/commerciale, così come counselling psicologico per le vittime di fenomeni criminosi.
Ciascuna proposta progettuale dovrà avere un valore economico massimo di 250mila euro.