Imprese e PA: le novità del ddl semplificazione
Migliorare il rapporto tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione: questo l’intento del disegno di legge per la semplificazione (atto Senato n° 2243) già approvato dalla Camera dei deputati il 9 giugno scorso e attualmente in esame presso la Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama.
La prima parte del provvedimento riguarda soprattutto la certificazione e la documentazione d’impresa, rilanciando il ruolo dello Sportello unico per le attività produttive (noto come SUAP).
Lo sportello unico per le attività produttive, introdotto per stabilire un unico canale fra amministrazione e imprenditore, rappresenta una delle esperienze più positive finora realizzate. Purtroppo il SUAP non si è radicato negli ordinamenti locali (soprattutto nei Comuni piccoli e medi) a causa della discontinua informatizzazione degli uffici e della scarsa collaborazione tra le diverse amministrazioni titolari dei vari procedimenti.
Per risolvere la questione è intervenuto l’art. 38, co. 3, del d.l. n. 112/2008, che ora l’art. 2 del Ddl semplificazione si propone di modificare. L’art. 38 del d.l. n. 112/2008 introduceva la possibilità di affidare a soggetti privati accreditati, vale a dire le “Agenzie per le imprese”, l’attestazione della sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa per la realizzazione, la trasformazione, il trasferimento e la cessazione dell’esercizio dell’attività di impresa. Nei procedimenti che non comportano attività discrezionale per l’amministrazione, le Agenzie possono svolgere una funzione rilevante attraverso l’istruttoria e rilasciano, all’esito positivo del procedimento, una dichiarazione di conformità che autorizza l’esercizio dell’attività, dovendosi limitare a svolgere la sola fase istruttoria, invece, nei procedimenti che comportano un’attività discrezionale dell’Amministrazione. L’art. 2 del Disegno di legge per la semplificazione oggi estende l’area di attività delle Agenzie per soddisfare ulteriori esigenze di semplificazione e migliorare la competitività. Questo ampliamento di competenze potrebbe promuovere una liberalizzazione non ancora consolidata nei rapporti tra imprenditori e PA.
Passando all’articolo 12 del ddl, la Cgil si è espressa negativamente riguardo alle novità introdotte in tema di sicurezza sul lavoro. Sarà obbligatorio segnalare solo quegli infortuni sul lavoro che comportino lesioni con prognosi maggiore ai 14 giorni, mentre erano 3 nella vecchia normativa, creando “un meccanismo elusivo nei confronti della denuncia degli infortuni più gravi”. Inoltre – evidenzia la Cgil - le lesioni con prognosi superiore ai trenta giorni non verranno più segnalate all’autorità giudiziaria ma all’Inail che provvederà ad inoltrarle alla direzione provinciale del lavoro.
Il Capo II del Disegno di legge 2243 riguarda invece il personale pubblico. In particolare, le deleghe conferite al Governo, per realizzare tre novità:
- Il giuramento dei dipendenti pubblici che avviene al momento della presa di servizio davanti al dirigente dell’ufficio o a un suo delegato, secondo la formula seguente: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione e dei cittadini per il pubblico bene". Il rifiuto di prestare il giuramento comporta il licenziamento senza preavviso.
- un Codice della Pubblica Amministrazione, che risponde ad esigenze di organicità e di certezza del diritto; completa l’attività riformatrice della legge 15 del 2009 e del d.lgs. 150 del 2009 (la cosiddetta Legge Brunetta).
- La Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, che cancella una PA autoreferenziale, immobile e lontana e sviluppa la figura del cittadino-utente, compiendo l’iter riformatore promosso negli anni con gli interventi dei ministri della Funzione Pubblica Cassese e Bassanini.