Basilea 3: non bastano 15 ore, Ecofin senza accordo
Nulla di fatto, tutto rinviato al prossimo 15 maggio. L’Ecofin straordinario del 2 maggio, nonostante una maratona di quindici ore, non ha trovato un compromesso sulla direttiva in materia di capitalizzazione bancaria. L’opposizione di Gran Bretagna e Svezia ha prevalso sul blocco formato da Italia, Germania e Francia. E su Basilea 3 non si è trovato l’accordo. A pesare, soprattutto il nodo del cosiddetto “buffer”, il cuscinetto di capitale aggiuntivo previsto dalla nuova direttiva. Adesso la presidenza danese ci riproverà nel giro di un paio di settimane.
Il motivo del contendere, come detto, è stata una percentuale di capitale aggiuntivo, da accantonare andando oltre i parametri esistenti e già fissati (“buffer”).
La proposta di partenza prevedeva un buffer vincolante per tutti al 2,5 per cento. Ma Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca hanno chiesto a gran voce maggiore discrezionalità per i singoli paesi membri. Trovando a contrastarle un fronte formato da Italia, Germania e Francia, favorevoli a creare una base di standard comuni a tutti.
La prima ipotesi di mediazione, tentata da Copenaghen, si è attestata su un buffer al 3 per cento. Questa proposta non è piaciuta e, così, si è arrivati a una seconda versione, nella quale si portava il tetto fino alla quota del 5 per cento. Ma stavolta, ad opporsi è arrivata anche la Commissione. E il tavolo è saltato.
Nella sostanza, però, al di là del merito di Basilea 3, ha pesato la spaccatura, venuta fuori già nel quadro del Fiscal compact, che ormai esiste nell’Unione europea sulle questioni legate alla finanza, sia pubblica che privata. Per alcuni paesi, cioé, il mercato del credito ha un’importanza così strategica da non poter accettare compromessi al ribasso in un momento di crisi tanto grave. In ballo, insomma, c’è la sopravvivenza e la voglia di fare sconti ai partner europei è poca. Basti pensare che, in un paese come la Svezia, la capitalizzazione delle banche vale tre volte il Pil: minare il sistema degli istituti di credito rischia di colpire al cuore l’economia scandinava.
A questo punto, tutto viene rinviato al prossimo 15 maggio, quando si terrà la riunione mensile dell’Ecofin già in calendario, cercando un accordo del Consiglio sull’intero pacchetto dopo una verifica “tecnica” tra i paesi membri. Un accordo sul quale la presidenza danese si giocherà la faccia: “Abbiamo un compromesso – ha rivendicato il ministero delle Finanze di Copenaghen Margrethe Vestager -, resta del lavoro da fare perché sia tecnicamente pronto”.