Commissione Ue propone una piattaforma contro l'evasione fiscale
Ogni anno l'evasione costa al vecchio continente mille miliardi. Per contrastarla in modo più coordinato, la Commissione europea ha proposto una piattaforma per la buona governance fiscale, con l'obiettivo di monitorare i progressi compiuti dagli stati membri.
A presentare ufficialmente l'iniziativa è stato Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità. La piattaforma sarà composta da un’ampia rappresentanza di soggetti interessati, come le autorità tributarie nazionali, (per l'Italia l'Agenzia per le Entrate) il Parlamento di Strasburgo, le imprese, le università, le Ong.
L'iniziativa rientra nel piano d’azione lanciato da Bruxelles nel dicembre 2012 contro l’evasione. Ne faranno parte 45 componenti: un rappresentante di alto livello delle autorità tributarie per ogni Stato membro e 15 non governativi. Questi ultimi saranno nominati dalla Commissione in seguito a una procedura aperta di candidatura appena avviata. Il mandato sarà di tre anni, rinnovabili.
L'obiettivo è quello di monitorare i progressi compiuti dagli stati membri per mettere in pratica le due raccomandazioni connesse al piano d’azione. Una, in particolare, prevede una netta presa di posizione dell’Unione contro i paradisi fiscali. I governi nazionali sono incoraggiati a individuare, sulla base di criteri comuni, i paradisi fiscali e a inserirli nelle “liste nere” nazionali.
La piattaforma si riunirà per la prima volta il prossimo 10 giugno.
Tutto ciò accade pochi giorni dopo la lettera inviata alla Commissione da cinque paesi - Italia inclusa - per chiedere l'abolizione del segreto bancario a livello europeo. Un tema che sta particolarmente a cuore al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e che la Commissione tiene nel cassetto dal 2008, quando i tempi non erano maturi, ma soprattutto i debiti pubblici non erano così elevati.
Anche Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Romania si sono uniti al coro, facendo lievitare a nove il numero dei paesi favorevoli ad una riforma. Possibilista il Lussemburgo, passo avanti salutato positivamente anche dal segretario generale dell'OCSE Anguel Gurria. L'Austria, invece, resta contraria.
La svolta potrebbe esserci il 22 maggio, in occasione del prossimo Consiglio dei 27 capi di stato e di governo dell'Ue. In caso di fumata bianca - e quindi di un accordo tra i leader - verrà messa sul piatto una proposta concreta.
Links
L'Action Plan della Commissione europea (giugno 2012)