Recovery fund e 5G: le telco chiedono PPP per investimenti infrastrutturali
Investire le risorse del Recovery fund per rafforzare le infrastrutture 5G italiane attraverso partenariati pubblico-privati. E’ questo l’appello lanciato dalle imprese delle telecomunicazioni durante l’evento online 5G Italy 2020.
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La digital conference 5G Italy 2020, in corso fino al 3 dicembre, è dedicata al confronto tra istituzioni, imprese e comunità scientifica sulle sfide e sulle opportunità della rete 5G.
Dall’Agenda digitale 2020 alla Gigabit society 2025
Il 2020 segna il passaggio dall'Agenda digitale alla Gigabit society, con la ridefinizione degli obiettivi strategici per la digitalizzazione dell'Italia e dell'Europa.
L'Agenda digitale europea - lanciata dieci anni fa dalla Commissione UE nell'ambito della strategia Europa 2020 - ha fissato per quest'anno un target importante per la diffusione delle connessioni veloci: garantire servizi a 100 Mbps per almeno il 50% della popolazione.
Guardando i dati del DESI Index 2020, la realtà dei fatti è tutt'altra. Sebbene la copertura della banda larga veloce (NGA) e della rete fissa ad altissima velocità (VHCN) sia aumentata, la diffusione resta il problema maggiore per il parametro di connettività, ha fatto notare Maurizio Dècina, Professore Emerito al Politecnico di Milano. La diffusione della banda larga fissa ad almeno 100 Mbps, infatti, si assesta in media al 26% nell'UE, percentuale che scende al 13% in Italia.
Nonostante questi ritardi, l'Europa ha dato un chiaro segnale nel volere indirizzare nel prossimo settennato gli investimenti verso una transizione verde e digitale, come ricordato dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione. In questo contesto si inserisce la proposta di costruire entro il 2025 una Gigabit society, in cui imprese, famiglie e PA a possano avere accesso a connessioni Internet con velocità di download/upload di un gigabit di dati al secondo.
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Recovery fund: puntare sui PPP per investimenti e infrastrutture 5G
Oggi in Italia le reti 5G vengono realizzate grazie agli investimenti degli operatori mobili strutturati, ma è tempo di cambiare paradigma in vista dell’arrivo delle risorse stanziate dall’UE tramite il Recovery fund, ha sottolineato Roberto Basso, External Affairs and Sustainability Director, WindTre.
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Come fare? Puntando sui partenariati pubblico-privati (PPP) per la digitalizzazione del paese, e - ha sottolineato Alessio De Sio, Chief Institutional and Communication Officer, ZTE Italia - creando le condizioni per investire e attrarre ulteriori capitali nel nostro paese.
L’auspicio - ha proseguito Claudia Pollio, Head of Institutional Relations and Communications, Linkem – è che questi PPP seguano tre principi di attuazione:
- innovazione territoriale, ossia partire dalle esigenze dei territori per aumentare la loro capacità di attrarre investimenti stabili in grado di produrre valore;
- superamento del modello di procurement tradizionale, verso una logica di concessione pluriennale per la gestione dei servizi digitali affinché l’innovazione arrivi a imprese e cittadini;
- creazione di ampi ecosistemi pubblico-privati - che coinvolgano aziende, startup, università e PA - per assicurare il trasferimento tecnologico.
Su quest’ultimo aspetto un esempio interessante arriva dall’IBM, che ha da poco lanciato un’architettura cloud aperta e ibrida - IBM Cloud for Telecommunications – per aiutare i provider di telecomunicazioni a sviluppare servizi digitali innovativi, grazie al 5G, a servizio delle imprese
In questo contesto “i dati sono il nuovo petrolio”, diventano quindi una nuova risorsa per la competitività delle imprese e pertanto devono essere tutelati, ha sottolineato Alessandro La Volpe, VP President, IBM Cloud and Cognitive Software – Italy.
Rete unica tlc: i nodi da sciogliere
Un capitolo a parte merita il tema della rete unica per le telecomunicazioni, che – come ha illustrato Franco Bassanini, presidente di Open Fiber - vede davanti a sé due scenari possibili.
Il primo scenario con una rete neutrale, caratterizzata da un’importante presenza dello Stato, a servizio di tutti gli operatori senza discriminazioni; il secondo, con un operatore dominante all’interno di una struttura verticalmente integrata, caratterizzato da criticità di tipo regolatorio e dal rischio di un ritorno al monopolio.
Il problema della governance della rete unica per le telecomunicazinoi si ritroverà nell’uso del Recovery fund, ha evidenziato Bassanini: una cosa è usare i fondi europei per creare una infrastruttura comune, un’altra è utilizzarli per favorire un operatore concorrente sul mercato rispetto ad altri.
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Recovery fund e telecomunicazioni: le proposte del governo
Per favorire la transizione digitale del paese il governo ha messo in atto una serie di interventi, rivolti sia alle imprese che alle famiglie, ha spiegato Mirella Liuzzi, sottosegretario allo Sviluppo Economico.
Lato imprese, il Piano Transizione 4.0 – che verrà rifinanziato dalla Manovra 2021 – gioca un ruolo chiave, cui si aggiungono gli incentivi per la digital transformation delle PMI, in partenza a metà dicembre, e anche la fase 2 del Piano voucher, rivolta alle imprese.
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Lato famiglie, invece, Liuzzi ha ricordato l’importanza in questo periodo di emergenza della fase 1 del Piano voucher – partita il 9 novembre - che prevede l’erogazione di bonus di 500 euro ai privati per connessioni Internet e per l'acquisto di PC.
Guardando alla Manovra 2021, con un emendamento è stata proposta l’introduzione di un digital bonus per incentivare la cablatura in fibra ottica nei condomini. Si tratta di una proposta importante – ha ribadito Bassanini – che dovrebbe essere estesa anche alle famiglie per distribuire meglio il segnale nei loro appartamenti, allo scopo di consentire ai genitori di lavorare in smart working e ai figli di studiare con la didattica a distanza.
L’anno prossimo entrerà nel vivo anche il programma per le tecnologie emergenti 5G, con l’assegnazione di nuove Case delle tecnologie emergenti, ha proseguito Liuzzi, ricordando che il processo di digitalizzazione deve coinvolgere anche le pubblica amministrazioni.
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La PA, infatti, deve imparare ad utilizzare il 5G per l’erogazione di servizi pubblici, dalla gestione dei rifiuti al trasporto pubblico locale.
Le risorse del Recovery fund assumono quindi un ruolo strategico fondamentale per la digital transition dell’Italia, che – al fine di favorire la diffusione del 5G su tutto il territorio – deve ridurre ulteriormente gli ostacoli burocratici, in linea con il percorso già avviato dal dl Semplificazioni, e definire politiche più flessibili per consentire alle imprese di investire e gestire direttamente i macchinari tramite la rete 5G.
Secondo Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e Autonomie, per garantire una copertura a livello nazionale del 5G bisogna partire dalle aree interne e di montagna - rimaste indietro a causa della mancanza di investimenti e di lungaggini burocratiche – dando loro una nuova centralità.
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