Forum mercato unico – consultazione Ue su piani d'azione professioni
A Bruxelles la conferenza sulla riforma dei quadri regolatori per le professioni e sulle valutazioni reciproche previste dalla direttiva qualifiche
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In Europa c'è poca attenzione all'importanza delle professioni regolamentate, nonostante riguardino responsabilità chiave nelle nostre società, dal fisco alla salute alla giustizia, e possano contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro. Questo il punto di partenza dell'intervento della commissaria Elżbieta Bieńkowska in occasione del Forum del mercato unico, che ha visto la partecipazione del presidente di Confprofessioni Gaetano Stella.
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Bieńkowska, priorità a mobilità, performance e armonizzazione regole
La priorità, secondo la Commissione, è garantire che professionisti e imprese possano offrire i loro servizi in ogni Stato dell'Unione, senza dover affrontare barriere inutili ed eccessi regolatori e burocratici. I paesi Ue, ha spiegato Bieńkowska, devono riuscire a combinare un alleggerimento della regolazione con la protezione dei consumatori, in modo da rafforzare anche l'accesso ai servizi e l'occupazione nel settore e migliorare la produttività, attualmente pari in Europa al 70% di quella rilevata in Usa.
Questi obiettivi passano anche per una maggiore armonizzazione dei quadri regolatori - basti pensare che oggi esistono 99 diverse categorie di ingegneri civili in tutta Europa, ha sottolineato Bieńkowska - e per gli sforzi portati avanti attraverso i Piani d'azione nazionali, che alla luce della direttiva qualifiche mirano ad eliminare discriminazioni, eccessi regolatori, ostacoli all'accesso o alla mobilità dei lavoratori.
Nel caso dell'Italia il Piano individua tre linee d'azione:
- Azione 1: revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche (ingegneri, periti) per meglio delinearne gli ambiti di attività e le competenze (attualmente sovrapponibili con riferimento a molte attività),
- Azione 2: valutazione e adeguamento degli esami di Stato per i titoli di studio, per renderli più aderenti all’attività professionale che si andrà a svolgere, previo coordinamento con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali,
- Azione 3: istituzione di un tavolo di lavoro tecnico con il Ministero del lavoro, il Ministero dell’istruzione, le Regioni e l’ISFOL per l’individuazione, attraverso appositi accordi, distandard minimi a livello nazionale per le professioni la cui formazione è rimessa alle Regioni e per l’individuazione di quelle figure professionali che, non discendendo da norma statale, non possono considerarsi propriamente legittime.
In arrivo consultazione pubblica su piani d'azione nazionali
La presentazione dei Piani d'azione, tuttavia, è solo un primo passo. La commissaria Bieńkowska ha infatti annunciato che la prossima settimana avvierà una consultazione pubblica sui documenti trasmessi a Bruxelles per dare modo ad autorità nazionali, imprese, organizzazioni interessate e consumatori di esprimere il proprio punto di vista sulle strategie dei paesi Ue.
Inoltre, l'Esecutivo comunitario affiancherà i Paesi membri, attraverso “profession specific recommendations”, raccomandazioni basate sull'analisi delle singole professioni nei contesti nazionali di appartenenza, e proponendo un quadro analitico chiamato "Proportionality Test", per permettere ai 28 di valutare le legislazioni esistenti e individuare eventuali eccessi regolatori.
Stella, troppa regolamentazione per le nuove professioni
A commentare i report sulle riforme avviate in Austria, Germania, Italia e Polonia, nel corso del panel pomeridiano del Forum del mercato unico, il presidente di Confprofessioni e primo vicepresidente del Consiglio europeo libere professioni (Ceplis) Gaetano Stella, insieme a François Blanchecotte dell’associazione interprofessionale francese (UNAPL).
“La riforma delle professioni ordinistiche italiane del 2011-2013, pur riducendo il livello generale di regolamentazione non ha avuto i risultati sperati in termini di crescita economica”, ha spiegato Stella.
“Ad essere colpite dalla riforma sono state in particolar modo le 28 professioni ordinistiche, su un totale di 174 professioni regolamentate notificate dal Governo italiano alla Commissione europea”, ha aggiunto Stella, sottolineando che parallelamente per le nuove professioni si assiste a “un incremento della regolamentazione, con la definizione di nuovi standard e certificazioni”.
> Piano nazionale di riforma delle professioni