Burocrazia – PMI rischiano un controllo ogni tre giorni
In base ai dati della CGIA di Mestre, una PMI può essere soggetta a ben 111 controlli da parte di istituti, agenzie o enti pubblici.
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Un controllo ogni 3 giorni. Questa, potenzialmente, la portata della burocrazia nei confronti delle piccole imprese italiane. L’Ufficio studi della CGIA di Mestre ha calcolato che, potenzialmente, una piccola azienda italiana può essere soggetta a ben 111 controlli da parte di 15 diversi istituti, agenzie o enti pubblici.
E rispetto alla prima rilevazione, del 2014, la situazione è addirittura peggiorata: nonostante il numero dei controllori sia rimasto pressoché lo stesso, le possibili ispezioni, invece, sono aumentate di 14 unità.
Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro le aree più a rischio
L’elaborazione della CGIA è iniziata suddividendo il quadro legislativo generale in quattro grandi settori, dopodiché per ciascuno di essi è stato conteggiato il numero dei possibili controlli in un’attività produttiva può incorrere e gli enti deputati all’attività ispettiva.
L'area Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta la sorvegliata speciale: è interessata da 56 possibili controlli che possono essere effettuati da 10 enti ed istituti diversi. Le voci più a “rischio” riguardano conformità/mantenimento dell’efficienza degli impianti (elettrici, idrici, gas, etc.) e rispetto delle norme antincendio. In entrambi i casi sono 6 diversi enti che hanno specifiche competenze in materia di controllo. Nel primo caso possono intervenire l’Asl, l’Inail, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, i Vigili del Fuoco, Nas e/o Noe e/o Capitaneria di Porto e il Comune/Polizia municipale. Nel secondo caso, invece, l’Asl, la Direzione territoriale del lavoro, l’Inail, i Vigili del Fuoco, Nas e/o Noe e/o Capitaneria di Porto e il Comune/Polizia municipale. Altrettanto “impegnative” sono le voci riferite alle autorizzazioni agli scarichi, alle emissioni in atmosfera, alla gestione dei rifiuti e al rispetto degli obblighi di verifica delle attrezzature di lavoro.
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Segue il fisco: in questo ambito il numero dei controlli è pari a 26 e sono 6 le agenzie e gli enti coinvolti. Nell'area della contrattualistica il numero dei possibili controlli si attesta a 21, mentre gli istituti e le agenzie interessate sono 4, infine in ambito amministrativo si registrano 8 controlli ad appannaggio di 3 diversi enti ed istituti.
Ogni imprenditore, soprattutto se piccolo, è a rischio
“Con una legislazione farraginosa e spesso indecifrabile – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - qualsiasi imprenditore, soprattutto se piccolo, corre il pericolo di non essere mai a norma. Pertanto, l’eventuale ispezione da parte dell’ente pubblico viene vissuta come un incubo, come una calamità da evitare assolutamente. Per superare questa impasse non ci resta che sforbiciare il quadro normativo, rendendo più semplici e comprensibili le leggi, le circolari e i regolamenti attuativi. Altrimenti la forte discrezionalità che tutt’oggi beneficiano coloro che sono chiamati ad eseguire le attività ispettive rimarrà inalterata. Nel contempo, infine, va aumentata la platea dei controlli formali, cioè quelli eseguiti automaticamente per via telematica, alleggerendo così l’oppressione burocratica che grava sulle imprese”.
L'eccessiva burocrazia allontana gli investitori
“I tempi e i costi della burocrazia – afferma il segretario della CGIA Renato Mason – sono diventati una patologia che caratterizza negativamente il nostro Paese. Non è un caso che molti operatori stranieri non investano da noi proprio per l’eccessiva ridondanza del nostro sistema burocratico. Incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza giuridica e adempimenti troppo onerosi hanno generato un velo di sfiducia tra imprese e Pubblica amministrazione che non sarà facile rimuovere in tempi ragionevolmente brevi”.
La CGIA ricorda che secondo un’ indagine realizzata da Promo PA Fondazione, l’81% delle imprese con meno di 50 addetti, vale a dire le piccole, è costretto a ricorrere a consulenti esterni per fronteggiare questo nemico invisibile, vale a dire la cattiva burocrazia. Di queste, il 70% ad integrazione o a supporto del lavoro svolto dagli uffici amministrativi che operano all’interno dell’azienda, mentre il restante 11% si affida a terzi per tutte le incombenze.
PA sia più snella ed efficiente
Se non si mette definitivamente mano a quel labirinto inestricabile di leggi, decreti e circolari varie che rendono la vita impossibile a milioni di piccoli imprenditori, sottolinea la CGIA, corriamo il pericolo di soffocare la parte più importante della nostra economia. Più in generale, abbiamo sempre più bisogno di una Pubblica amministrazione più snella e più efficiente.
In questi ultimi anni, invece, il costo della burocrazia che grava sul sistema produttivo delle PMI ha superato, secondo gli ultimi dati elaborati della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i 30 miliardi di euro l’anno: praticamente quasi 2 punti di Pil. Questa situazione ha costretto moltissime aziende a trascurare il proprio business per dedicare gran parte del tempo alla compilazione di certificati, moduli e istanze varie: un’anomalia che deve essere assolutamente rimossa se vogliamo dare un futuro a questo Paese.
Ovviamente, concludono dalla CGIA, la responsabilità di tutto ciò non può essere “imputata” a chi lavora nel pubblico. Anzi, gli statali spesso sono vittime di questa situazione, visto che moltissimi addetti operano con mezzi e risorse del tutto insufficienti.
La sanità al Nord, le forze dell’ordine, molti centri di ricerca e istituti universitari italiani presentano delle performance che non temono confronti in tutta Europa. Tuttavia, è necessario rendere più efficienti i servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, affinché siano sempre più centrali e al sostegno della crescita, perché migliorare i servizi vuol dire elevare il prodotto delle prestazioni pubbliche e quindi il contributo dell’attività amministrativa allo sviluppo del Paese.
> CGIA Mestre: i controlli sulle PMI
Photo credit: manoftaste.de via Foter.com / CC BY