Capacity Market, in un decreto le regole per la remunerazione
Stretta alle regole per accedere agli incentivi relativi al Capacity Market. Con decreto del ministro Pichetto Fratin, il Mase ha recepito il parere di Arera del 28 giugno stabilendo che chi partecipa al Capacity Market, e per questo viene remunerato, deve rinunciare a tutti gli altri incentivi. Nel caso di energia già incentivata, l’azienda deve decidere a quale mercato attingere. È una norma che vuole delineare maggiormente le azioni a disposizione del gestore partecipante al Capacity Market e qual è l’ambito all’interno del quale può muoversi.
Approfondisci qui i parametri definiti da Arera
Il cuore del decreto è l'articolo secondo cui incentivi e servizi erogati dal Gse non sono cumulabili con la remunerazione del mercato della capacità, e la rinuncia agli stessi è relativa a tutta la durata del periodo di consegna oggetto delle procedure concorsuali. La rinuncia determina la sospensione dell’erogazione degli incentivi del Gse.
Cos'è il Capacity market
Il Capacity market è lo strumento con il quale si assicura stabilità alla rete e garanzia al Paese circa la fornitura di energia elettrica. È un contratto a tutti gli effetti tra lo Stato e i gestori, che decidono di parteciparvi attraverso il meccanismo delle aste. Il Capacity market in sostanza è un meccanismo di regolazione della capacità del mercato dell’energia elettrica, che prevede una remunerazione per gli operatori in base all’energia che sono in grado di garantire disponibile in rete, tenendo in stand by centrali elettriche altrimenti diseconomiche e facendole intervenire in caso di necessità. L’obiettivo di questo sistema, approvato nel giugno 2019 dall'UE, è di garantire una disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica nel lungo periodo, in modo da far fronte all’evoluzione dei consumi.
I fattori di rischio per i gestori di energia elettrica
La remunerazione è legata anche al fattore rischio da parte dei gestori: infatti possono subire perdite economiche qualora non dovessero riuscire a garantire la capacità aggiudicata al momento della richiesta, anche se ciò dovesse avvenire per guasti della struttura. In sostanza gli operatori che decidono di partecipare alle aste per il Capacity market si aggiudicano un totale di megawatt da garantire sulla rete per l’intero anno solare. E la perdita del corrispettivo avviene sia in caso di inadempimento temporaneo che, chiaramente, definitivo.
L'approvazione europea del mercato delle capacità italiano nel 2019
Bruxelles ha dato il via libera nel 2019 al mercato della capacità italiano, approvandone l’infrastruttura normativa e l’introduzione di limiti di emissione rigorosi di CO2 nel meccanismo di regolazione: in sostanza, il governo consente la partecipazione alle aste solo a quei fornitori di capacità che rispettano i rigorosi limiti di emissione di CO2 definiti nel regolamento sull'energia elettrica di recente adozione ma non ancora obbligatori. I limiti previsti per le emissioni di CO2 impediranno agli impianti di generazione di elettricità ad elevate emissioni, come le centrali a carbone, di partecipare al meccanismo di regolazione della capacità italiano.
Per approfondire i dettagli sulla "luce verde" europea
Il Mase è ora intervenuto per evitare che esistano “incentivi nascosti” e che alcuni gestori possano farsi remunerare due volte, dal meccanismo del Capacity market e da altri incentivi, come nel caso dei produttori di energia rinnovabile.
La prossima asta sarà indetta da Terna il 25 luglio, alle 10, per la consegna nel 2025. Le successive, per le consegne nel 2026, 2027 e 2028, si dovrebbero svolgere rispettivamente a novembre, dicembre e febbraio 2025.
A maggio, Arera con una delibera ha innalzato il pagamento massimo per la capacità assegnata, sia nuova che esistente. Per la consegna di nuova capacità nel 2025, Terna pagherà 85.000e euro/MW all'anno e 86.000/MW per la capacità consegnata nel 2026, 2027 e 2028. Per la capacità esistente, Terna pagherà 45.000 euro/MW all'anno per la consegna nel 2025, 46.000/MW per il 2026, 47.000/MW per il 2027 e 48.000/MW per il 2028. Nell’ultima asta per la consegna di quest'anno, Terna ha pagato 33.000 euro/MW all'anno per la capacità esistente e 70.000/MW per la nuova capacità.