Mediocredito Centrale, Poste Italiane ed Iccrea per la Banca del Mezzogiorno
E' lo scenario che si viene sempre di più delineando dopo la nota diffusa oggi dal Gruppo Unicredit, in cui si conferma che Poste Italiane e Iccrea Holding hanno manifestato l'interesse a rilevare MedioCredito Centrale, la banca controllata dallo stesso Gruppo e dedicata ai finanziamenti e ai servizi per il settore pubblico e alla gestione degli incentivi alle imprese.
Il Mediocredito Centrale ha una funzione storica nella gestione dei finanziamenti pubblici e, tanto per citare i più conosciuti, ricordiamo il Fondo di Garanzia, la legge 598, la legge Sabatini e la famosa legge 488. E' dallo scorso giugno che i dipendenti dell'istituto si interrogavano sul loro futuro dopo alcune operazioni societarie effettuate negli ultimi mesi dal Gruppo Unicredit.
Il comunicato uscito oggi recita che l'interesse "rientra nelle ipotesi di operazioni straordinarie in fase di valutazione connesse al progetto della Banca del Mezzogiorno, il cui comitato promotore sta proseguendo i lavori per la costituzione e il lancio di una banca di secondo livello a supporto dello sviluppo del Meridione d'Italia, secondo quanto previsto dalla legge Finanziaria 2010".
Il progetto della Banca per il Sud, molto caro al ministro Tremonti, con l'innesto del Mediocredito Centrale, potrebbe assumere contorni ben più precisi ed espliciti (da qualcuno anche temuti) di quelli previsti nella Finanziaria e nei piani dei soggetti che fanno parte del comitato promotore del nuovo istituto.
Oltre a ricordare la vecchia Cassa del Mezzogiorno, sperando che si sia fatto tesoro dei molti errori ed inefficienze del tempo, va evidenziato che le regioni del sud Italia hanno una quantità di fondi per lo sviluppo (oltre 100mld di euro) - previsti nel Quadro Strategico Nazionale QSN 2007-2013 - tanto alta quanto la difficoltà ad impiegarli.
E' sempre nei mesi scorsi, infatti, la polemica tra il ministro dell'economia e alcune governatori regionali sui ritardi con cui venivano spesi gli stanziamenti. Va peraltro sottolineato che tale inefficienza è propria anche dei fondi gestiti a livello ministeriale (dove ancora si aspetta la nomina al dicastero per lo Sviluppo) e che il moltiplicarsi di soggetti e finanziarie regionali deputate alla erogazione dei contributi e dei finanziamenti non aiuta certamente ad abbreviare i tempi.
Anche se l'impiego dei fondi è già pianificato attraverso i Programmi Operativi Nazionali e Regionali 2007-2013, difficilmente modificabili senza l'approvazione della UE, non è impossibile prevedere che ci siano modalità di utilizzo congiunto e coordinato con la nuova Banca del Mezzogiorno, che ha appunto come obiettivo principale lo sviluppo del sud Italia.
Daltronde per fare una Banca del Mezzogiorno realmente in grado di ottemperare all'obiettivo assegnato c'era bisogno di una "figura" esperta del settore, che potesse lavorare con uno staff adeguato alle complesse normative che regolano gli aiuti di stato e la concessione di incentivi.
Poste Italiane, Iccrea e le Banche di Credito Cooperativo sono sicuramente in grado di fornire una rete capillare di strutture ed uffici per una concreta operatività "sul posto", ma non sembrano possedere il background specifico che caratterizza invece Mediocredito Centrale.
Ed è proprio questo network diffuso e strutturato messo in campo dalle Poste e dalle BCC che potrebbe fare la differenza e far dimenticare la Cassa del Mezzogiorno, sempre che si riesca a concedere velocemente alle imprese finanziamenti davvero agevolati, e senza troppa burocrazia.