Basterà la riforma degli incentivi ad eliminare burocrazia, lentezza e poca trasparenza?
Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera dove ha illustrato una serie di provvedimenti in via di definizione. Tra questi il decreto legislativo che riformerà il sistema degli incentivi alle imprese e che dovrebbe essere approvato entro la fine dell'anno.
Il decreto stabilisce l'eliminazione di 31 delle leggi esistenti in materia di competenza del Ministero dello Sviluppo economico, tra cui le agevolazioni per la riconversione dell'industria siderurgica e le zone franche urbane.
A differenza di quanto inizialmente previsto, le diverse forme di incentivi non saranno finanziate a valere su un fondo unico, bensì organizzate con riferimento a tre categorie:
- incentivi automatici (bonus fiscale, credito d'imposta, voucher);
- bandi con procedura valutativa per il finanziamento di programmi completi per l'innovazione e la competitività delle imprese;
- procedure negoziali per programmi di investimento che superino il valore di 20 milioni di euro.
Saranno inoltre introdotte alcune misure per agevolare l'accesso agli aiuti per le piccole e medie imprese, tra cui l'impiego di modulistica semplificata e il ricorso ad una maggiore informatizzazione delle procedure.
La riforma costituisce uno degli assi portanti del Piano per il Mezzogiorno, che non prevede lo stanziamento di nuove risorse, ma il recupero di fondi già stanziati e mai utilizzati.
Nulla è stato detto nell'intervista sul problema dei lunghi tempi necessari ad ottenere l'erogazione dei contributi, nonostante le procedure in molti casi siano già state informatizzate. I progetti presentati su Industria 2015 sono l'esempio più evidente, situazione per cui la sfiducia delle imprese è ormai al massimo livello.
Le dichiarazioni del ministro sulla semplificazione della modulistica contrastano quanto fatto di recente con la procedura telematica di inoltro delle domande sulla cosidetta nuova 488 (Decreto MSE 23 luglio 2009), da molti ritenuta estremamente complessa. Tale complessità influenza il corretto funzionamento della procedura stessa; operatori e consulenti lamentano infatti che i tempi di rilascio del software sono troppo a ridosso della scadenza per poter predisporre adeguatamente gli strumenti telematici ed i progetti di investimento.
Non è stato trattato, infine, neanche l'argomento circa i criteri di trasparenza e aggiudicabilità dei contributi sulle varie procedure valutative/negoziali che saranno attivate, il punto forse più critico dell'intera riforma, visto che sulle numerose operazioni già al vaglio del ministero con metodologie analoghe (Contratti di Innovazione ex legge 46 /82 - FIT), le informazioni pubbliche disponibili sono molto scarse.