IFRC Report: ridurre la burocrazia e adeguare la normativa degli aiuti umanitari
Rafforzare le leggi nazionali e comunitarie per semplificare l'accesso all'assistenza transfrontaliera in caso di gravi catastrofi e prepararsi a fronteggiare l'eventualità che anche l'Europa possa in futuro avere bisogno di assistenza umanitaria. Questi i messaggi centrali del Report dell'International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies (IFRC) presentato oggi a Bruxelles.
Il lavoro di ricerca che ha preceduto la stesura della relazione si è basato su un'analisi tanto della legislazione comunitaria, quanto delle leggi dei sei Stati, Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito, le cui organizzazioni nazionali della Croce rossa hanno partecipato all'iniziativa.
L'obiettivo è stato quello di comprendere in che misura i Paesi europei siano preparati a gestire i problemi che generalmente si verificano quando si riceve assistenza umanitaria internazionale.
Le principali evidenze rilevate dalla ricerca sono state riassunte da Elise Baudot-Queguiner, Legal Counsel presso la Federazione Internazionale della Mezzaluna Rossa e della Croce Rossa, che ha spiegato come "mentre l'assistenza internazionale in caso di disastri sta diventando sempre più complessa, i quadri normativi, in particolare a livello nazionale, non tengono il passo".
In alcuni casi ci si scontra con un eccesso di burocrazia, in altri i controlli e la regolamentazione risultano inadeguati; gli Stati sono spesso impreparati a ricevere le organizzazioni umanitarie, che possono fornire loro competenze ed attrezzature specializzate essenziali nelle emergenze, così come diffusa è la difficoltà nel riconoscere le qualifiche del personale medico straniero.
Le conclusioni e le raccomandazioni presentate nel documento sono in linea con gli orientamenti IDRL per la facilitazione nazionale e la regolamentazione dei soccorsi internazionali, adottati nel 2007 a Ginevra in occasione della terza Conferenza internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e sono state accolte dalla presidenza belga dell'Unione europea, che ha proposto e ottenuto una conclusione del Consiglio per una maggiore attenzione allo sviluppo di procedure per "il sostegno della nazione ospite" in situazioni di calamità.