Lavoro: via libera alla riforma dell'apprendistato
Procede il percorso di riforma dell'istituto dell'apprendistato promosso dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi. A seguito di una fase di confronto con le parti sociali, lo scorso 28 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che attua la delega conferita al Governo in materia, con l'obiettivo di fare di questa tipologia contrattuale "il canale tipico di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro".
Nella riforma proposta da Sacconi l'apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato con finalità formative e occupazionali.
Rispetto alla bozza precedente, nel decreto l'istituto si articola in quattro forme, anziché in tre:
- apprendistato per la qualifica e il diploma professionale (per i giovani sotto i 25 anni);
- apprendistato di mestiere (per l'acquisizione di una professionalità da parte di giovani di età compresa tra 18 e 29 anni);
- apprendistato di alta formazione (per l'acquisizione di un titolo specialistico da parte dei ricercatori);
- apprendistato per la riqualificazione di persone in mobilità espulse dai processi produttivi.
La durata massima dei contratti, e delle relative agevolazioni per i datori di lavoro, si riduce da 6 a 3 anni, che diventano 5 per le attività artigiane. Un'eccezione poco gradita alla Confcommercio, che ha sollevato la questione della conseguente disparità di trattamento per i destinatari dell'assunzione e per le imprese, in quanto gli artigiani usufruiranno di sconti fiscali per un tempo superiore rispetto ad esempio ai commercianti.
Il ministro Sacconi ha poi anticipato che entro l'inizio del mese di settembre sarà realizzato un accordo con le Regioni e le parti sociali per contenere l'uso dei tirocini, "che è stato smodato e ha dato luogo ad abusi", finendo per "cannibalizzare" il contratto di apprendistato. A tal proposito, si pensa ad esempio di restringerne il campo di applicabilità entro un anno dalla fine degli studi.
Le parti sociali contribuiranno al dibattito anche circa le misure da adottare per ridurre il ricorso "alle collaborazioni e alle partite Iva a mono committente", favorendo così un maggiore impiego del contratto di apprendistato.
Legge 183/2010