Efficienza energetica – JRC, Italia supera esame Ue ma non brilla
Secondo il Joint Research Center, le strategie nazionali per gli edifici ad alta efficienza energetica sono a buon punto. E l'Italia è "quasi completamente conforme".
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A che punto sono i Paesi Ue con l'applicazione della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, in particolare per quanto riguarda la ristrutturazione energetica degli edifici residenziali e commerciali. È quanto il Joint Research Center intende stabilire con un report ad hoc, in cui passa in rassegna le strategie nazionali, dai punti di forza e alle best practices.
La direttiva in questione, in effetti, prevede (all'articolo 4) che gli Stati membri stabiliscano una strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati. La strategia in questione, inoltre, deve rispettare cinque requisiti, prevedendo:
- una rassegna del parco immobiliare nazionale fondata, se del caso, su campionamenti statistici;
- l'individuazione di approcci alle ristrutturazioni efficaci in termini di costi, pertinenti al tipo di edificio e alla zona climatica;
- politiche e misure volte a stimolare ristrutturazioni degli edifici profonde ed efficaci in termini di costi, comprese profonde ristrutturazioni per fasi;
- una prospettiva rivolta al futuro per guidare le decisioni di investimento dei singoli individui, del settore dell'edilizia e delle istituzioni finanziarie;
- una stima fondata su prove del risparmio energetico atteso, nonché dei benefici in senso lato.
Efficienza energetica: i dati Ue
L'analisi del JRC parte dalle considerazioni di carattere più generale, concernenti tutti i paesi Ue: delle 31 strategie inviate alla Commissione - 27 dagli Stati membri e 3 di carattere regionale, inviate dal Belgio e da Gibilterra - il 74% sono in linea con la direttiva 2012/27.
10 paesi spiccano sugli altri, e vengono indicati come quelli che hanno introdotto “standard esemplari” (Francia, Grecia, Irlanda, Lituania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria).
6 strategie di ristrutturazione edilizia, al contrario, non soddisfano i requisiti di base della direttiva (quelle di Austria, Belgio Fiandre, Belgio Vallonia, Bulgaria, Polonia e Portogallo), vale a dire che non rispettano almeno due dei cinque requisiti indicati all'articolo 4 del testo.
Due strategie (inaspettatamente, quelle di Germania e Svezia, Paesi tradizionalmente molto attivi nello sviluppo di progetti di efficienza energetica) sono state considerate non pienamente compatibili.
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Efficienza energetica: i dati italiani
L'Italia si pone nel mezzo, fra le 13 strategie ristrutturazione energetica degli edifici residenziali e commerciali valutate come “quasi completamente conformi”.
Come noi, Belgio Regione di Bruxelles, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Gibilterra, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Slovacchia rispettano due dei cinque requisiti.
Nella scheda dedicata all'Italia, il JRC spiega che nel Paese negli ultimi 10 anni le politiche energetiche si sono evolute in modo significativo. Ma nel report ci viene rimproverata una carenza di dettagli nella descrizione sia del parco edilizio che della prospettiva di lungo periodo, volta a guidare gli investimenti futuri.
Inoltre, nota ancora il Joint Research Center, la strategia italiana elenca una serie di misure già attuate, ma la stima economica è troppo generale e non è legata a nuove azioni previste. Il riferimento è anche al Conto Termico, che pure viene presentato come una delle pratiche maggiormente innovative a livello Ue.
I ricercatori raccomandano dunque che vengano forniti maggiori dettagli sul parco edilizio, l’identificazione di un preciso approccio sui costi-benefici degli interventi e lo sviluppo di scenari suddivisi per tipologie edilizie e aree climatiche.
JRC: considerazioni generali
Il Joint Research Center si dice piuttosto soddisfatto del risultato dell'analisi, prevedendo che la qualità e l’effettiva attuazione delle misure non potranno che migliorare in futuro. Naturalmente, non mancano gap da colmare: ad esempio, ad eccezione di Finlandia e Belgio Fiandre, nessuno Stato membro ha comunicato i piani secondo l’approccio “staged deep renovation”, vale a dire programmi di ristrutturazione pianificati in base a vari livelli d’implementazione in cui i costi di un determinato livello non precludono o incrementano i costi per il livello successivo.
Inoltre, se si escludono le strategie presentate dal Regno Unito e dalla Germania, non viene attribuita adeguata importanza alle politiche di ricerca e sviluppo nel settore delle costruzioni. Infine, pochi Paesi Ue hanno descritto le misure pianificate per il futuro, mentre la grande maggioranza ha descritto solo le politiche esistenti, e non tutti hanno fornito una chiara indicazione dei loro obiettivi di ristrutturazione.
> JRC: Report on the assessment of Member States' building renovation strategies